Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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 Oggetto del messaggio: 23 giugno: G2 e AssoCina a Genova
MessaggioInviato: 08 giu 2007, 17:15 
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Gridalo Forte
Seconde generazioni in movimento. Le voci dei figli dell’immigrazione
Sabato 23 Giugno – Genova
Auditorio di San Salvatore – Piazza Sarzano 9
ore 11- 20


Ore11. Le Seconde Generazioni si incontrano
Partecipa il Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero

Partecipano:
ACINOM, Associazione Culturale Internazionale Oltre la Mediazione, Genova; AssoCina, Associazione Cinesi di Seconda Generazione; Giovani Cinesi di Paolo Sarpi, Milano; Rete G2 - Seconde Generazioni, Italia; Associazione Giovani Musulmani, Italia; Associazione Crossing, Bologna; Associazione Giovani Senegalesi, Genova; Nation of Latin Kings and Queens, Italia; Organizzazioni della strada dei giovani latinos, Genova; Associazione Studenti Universitari Latinoamericani, Genova. ARCI Genova; UISP Liguria; Centro Sociale Zapata, Genova; Action Roma; Melting Pot Europa; Centro Sociale il Cantiere, Milano; Centro sociale Buridda, Genova; Centro Servizi per i Minori e la Famiglia, Centro ovest, Genova.


Ore15. Spazio Video. Le Seconde Generazioni si raccontano. (Forse verranno proiettati i due video di G2: "G2" e "Urla G2: Forte e Chiaro")


Ore16. Essere Latin Kings and Queens in Italia. Presentazione dei primi risultati di una ricerca-azione

Verrà proietto il video “Vida Real, Latin Kings de Cataluña”, di Ambar Casar e Juan Carlos Martinez sul processo di legalizzazione a Barcellona. Sarà presente la regista, Ambar Casar.

Ore17. Tavola Rotonda. New York, Barcellona, Genova, Milano….Dove va il processo di emersione e riconoscimento delle organizzazioni della strada dei giovani latinos?
Dopo Barcellona in molte città inizia il cammino dell’emersione e del riconoscimento delle organizzazioni della strada attraverso il coinvolgimento attivo di università e istituzioni locali. Un cammino ovviamente non lineare ma che apre immediatamente un nuovo scenario denso di potenzialità e di criticità.

Parteciperanno esponenti delle organizzazioni della strada dei latinos provenienti da New York, Barcellona, Genova, Milano. Verranno invitati alla tavola rotonda i neo-assessori alla cultura, alle politiche giovanili e alle istituzioni scolastiche del Comune di Genova, l’Assessore Vesco della Regione Liguria


Promuovono:
Il Dipartimento di Scienze Antropologiche (Sezione di Sociologia) e il progetto europeo Tresegy, Transnational Research on Second Generation Youth.
Codici, Agenzia di Ricerca sociale, Milano
Centro Studi Medi, Genova
Comunità Nuova, Milano


Ultima modifica di G2 il 03 lug 2007, 11:25, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 19 giu 2007, 22:37 
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C'è qualcuno che va già da venerdì? Ci si potrebbe incontrare...


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MessaggioInviato: 25 giu 2007, 15:07 
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Ecco cosa ha pubblicato il quotidiano Liberazione sull'incontro a Genova, così vi fate un po' un'idea. Un lancio dell'articolo era già in prima pagina. la Rete G2 è citata nell'articolo. Da sapere anche che il video "Urla G2: Forte e Chiaro" è piaciuto molto a tutti. Anche ai giovani latinos.

Non siamo migranti, siamo i loro figli Parlano le seconde generazioni
Assemblea a Genova con il ministro Ferrero


Non siamo migranti, siamo i loro figli Parlano le seconde generazioni
Checchino Antonini Genova nostro inviato Un ministro che propone ai migranti di scendere in piazza. Che storia è questa? E' una storia che parte da lontano. E ieri a Genova ha visto un confronto serrato tra studiosi, il ministro Ferrero e quelli che sbagliando chiamiamo spesso migranti di seconda generazione. Loro dicono di essere i figli dei migranti, l'unica migrazione spesso è quella compiuta nella pancia delle madri. Potremmo fare iniziare questa storia da New York, a metà degli anni 90, come suggerisce Luca Queirolo Palmas, sociologo delle migrazioni, organizzatore del convegno, quando le organizzazioni della strada dei giovani latinos hanno incontrato la teologia della liberazione e il movimento per i diritti civili. E si sono scontrate con la polizia di Rudolph Giuliani. Oppure potrebbe essere iniziata a Barcellona, non più di un paio di anni fa. Lì, i giovani latinos con bande (pandillas) dai nomi pittoreschi incontrano una municipalità illuminata che favorisce la loro piena legalizzazione. Se fosse successo lì quello che è accaduto da noi alla vigilia del convegno, le organizaciones de la calle avrebbero potuto difendersi per vie legali da quello che definiscono «banditismo giornalistico». Accade infatti che un noto freepress torni a sbattere in prima pagina poche decine di righe, spacciate per inchiesta, che ricalcano le fandonie di un dossier fatto trapelare molti mesi fa da ambienti vicini a qualche questura. Si fa cenno alle presunte attività di estorsione dei pandilleros e a riti orrendi e perfino stupri per le donne che tradiscono. I giovani latinos si chiedono, rubando le parole a un sociologo algerino a sua volta migrante, se abbia avuto senso rinunciare a quella forma di saggezza popolare che è la chiusura in sé stessi. «La rottura dello spazio chiuso - segnala Palmas - ha generato un nuovo assedio». Ancora una volta devono spiegare che non sono delinquenti. E tantomeno stupratori delle future madri dei loro figli, dice Andy, rey milanese, attivo nella Nacion dei Latin kings. Lui è uno di quelli che raccoglie storie di vita per la ricerca-azione (spiega la sociologa Francesca Lagomarsino che è un tipo di ricerca che coinvolge l'oggetto di ricerca e con esso produce cambiamenti sociali) decollata assieme alla Carta di Genova, la dichiarazione di pace tra alcune pandillas che compie un anno. Da allora l'esperienza genovese, supportata dall'università e - solo simbolicamente - da alcune istituzioni ha contagiato un centro sociale, ha esportato il modello verso Milano, e ha incontrato pubblicamente per ben tre volte il ministro Ferrero. L'ultima volta ieri mattina assieme a studiosi e rappresentanti delle seconde generazioni di altre nazionalità. Un percorso reso difficile dai «tempi stretti di chi si barcamena tra lavori al nero, processi, espulsioni, assenza di spazi, mancanza di case», avverte il ricercatore milanese Massimo Conte. Il titolo dato alla giornata non lascia dubbi sulla volontà di andare avanti: "Gridalo forte", ossia partire dal primo meccanismo utile a costruire dignità. Al mattino, in tre ore di assemblea, hanno formulato decine di domande precise al ministro chiedendo soprattutto cittadinanza, accesso allo spazio pubblico, rinforzo al diritto allo studio, accesso al servizio civile, a concorsi, e anche a gare sportive, rimozione delle barriere linguistiche. «Chiedono una cittadinanza che non serve all'assimilazione - commenta Enzo Colombo, sociologo della Statale». «La nostra è un'identità globalizzata, non definibile», spiega Laura Ghebreghiorges, 28 anni, origini etiopi, a nome della rete G2. «La cittadinanza serve a strapparci l'etichetta di straniero», dice Simohammed, mediatore culturale di 25 anni, denunciando come sia difficile anche il rapporto con le tradizioni visto che sono negati luoghi di culto. Nessuno in sala crede allo scontro di civiltà. Anzi, Jiany Lin, per tutti Gianni, dell'AssoCina, smentisce la versione dei fatti di Via Sarpi data da Amato: «Non è uno scontro di culture, noi la chiamiamo la guerra dei carrelli, su cui si accaniscono i vigili con le multr. E' un problema commerciale». Ferrero ascolta e prende appunti. Poi, quando è il suo turno spiega con dovizia di particolari la complessità del percorso delle leggi, aggravata dai numeri risicati. Poi spiega che fine faranno i 50 milioni del fondo per l'inclusione: serviranno allo smontaggio dei ghetti, a corsi di lingua, a centri interculturali. Più che «gesti eclatanti», lui crede che serva una «dannata determinazione» per far andare in porto le leggi avviate ma anche una presa di parola della soggettività: Per questo chiede partecipazione. «Non deve esserci solo il ping-pong tra il ceto politico, servirebbe in autunno una grande manifestazione dei migranti». Qualcuno dirà che parla come se stesse all'opposizione, altri
percepiscono di avere avuto per la prima volta un'interazione con lo Stato.

Da Liberazione del 24/06/2007, pag. 7


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MessaggioInviato: 25 giu 2007, 15:09 
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E questo invece sul quotidiano Manifesto. E' semrpe citata la Rete G2 - Seconde Generazioni.


«Basta chiamarci stranieri» Giovani migranti a convegno
In un incontro a Genova le richieste dei migranti di seconda generazione.
Il ministro Ferrero: «A ottobre una mobilitazione»

Genova «Gridalo forte!» è il titolo di un convegno sulle seconde generazioni (non chiamateli «figli d'immigrati»), ieri all'Auditorium di San Salvatore nel quartiere di Sarzano a ridosso del porto, a un anno esatto dalla pace fra le organizzazioni di strada latinoamericane Latin Kings e Netas. E questi che parlano italiano, con accento romano, toscano o genovese e in molti sono nati in Italia (60% su quei 600 mila sotto i 18 anni), l'hanno presa in parola. Durante la mattinata hanno chiesto forte al ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, diritti, cittadinanza, permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari. Sono le storie che si succedono, quella di una ragazza romana nata da genitori ecuadoriani che non riesce ad avere la cittadinanza italiana, esattamente come succede a un ragazzo cinese, Wu, in Italia da quando aveva tre anni («rischio di essere rimandato in Cina, un paese che non conosco»). Ius solii è una delle parole chiave di questi giovani che rifiutano il termine «straniero » ma chiedono piuttosto partecipazione, proprio come fa Lucia della Rete G2: «Vogliamo diventare cittadini italiani e abbiamo cercato un approccio innovativo con istituzioni e media perché vogliamo partecipazione più che ascolto». Proprio quella che anche le istituzioni fanno fatica a cogliere come ha rimarcato il sociologo Enzo Colombo della Statale di Milano: «La politica si sofferma più su aspetti di autorizzazioni, i visti». E infatti non colpisce i cuori il ministro Ferrero che cita i 50milioni di euro della Finanziaria che in autunno verranno spesi per case, aiuti ai 15 mila minori non accompagnati che circolano per il nostro paese e per «corsi di italiano e Costituzione che restano imprescindibili ». Sui progetti di legge che potrebbero eliminare la Bossi-Fini («una legge che fa cagare», parola di Ferrero) il ministro fa presente che c'è un disegno di legge per allungare la durata dei permessi e un'altra per limitare i cpt a chi non vuole dare le proprie generalità. Ma quando invita gli immigrati a «una grande mobilitazione in autunno per far capire agli italiani che immigrazione non è un problema sicuritario ma una realtà di 3 milioni di persone di cui 2 lavorano, una percentuale molto piu' alta che tra gli italiani (53 per cento)», fa infuriare alcuni esponenti del centro occupato Zapata che nell'ultimo anno hanno gestito il centro con le bande latinoamericane: «Il ministro ci viene a dire che bisogna scendere in piazza? - ha detto Matteo Jade dello Zapata - il governo deve dare delle risposte. Perché ci sono ancora i cpt? Se Ferrero non può farci niente che si dimetta». Al convegno, organizzato dall'Università di Genova, il centro studi Medì, l'agenzia di ricerca sociale di Milano Codici e Comunità nuova, che sono riusciti a raccogliere per la prima volta una trentina di associazioni da Associna alla Rete G2, dall'associazione giovani mussulmani d'Italia ai giovani latinos di Genova e Milano, c'era un clima tra l'effervescente e il depresso. I latinos di Milano e Genova si passavano con rabbia una pagina di una freepress dove le bande vengono riportate con i soliti stereotipi (stupri di massa e controllo del territorio): «I furti e gli scippi ci sono stati, inutile negarlo - ma da un anno non ci sono più - ha detto il sociologo Massimo Conte dell'Agenzia Codici - anche a Milano dove la situazione è più frammentata stiamo tentando almeno con alcuni un processo di emersione delle bande».

Da il manifesto del 24/06/2007, pag. 7


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MessaggioInviato: 25 giu 2007, 16:00 
Extra terrona
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Su Metropoli di oggi c'è questo come lancio dell'Ansa, (sempre citata la rete G2 e anche i cugini di AssoCina):

Genova, la Generazione 2 chiede risposte concrete

Soluzioni concrete per il rinnovo del permesso di soggiorno, ricongiungimenti più facili, diritto di voto per i cittadini stranieri cresciuti in italia. Sono alcune delle richieste rivolte al ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero da alcuni ragazzi di seconda generazione nel corso del convegno Gridalo forte!. A Genova riunite per la prima volta una trentina di associazioni dei figli di immigrati, da Associna a "G2 - Seconde generazioni" .

GENOVA - Diritti di cittadinanza (permessi, ricongiungimenti e voto) e risposte concrete da parte del governo: sono le richieste rivolte al ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero alcuni rappresentanti delle seconde generazioni di immigrati nel convegno 'Gridalo forte!'.

Organizzato dall'università di Genova, dal centro studi Medì, dall'agenzia di ricerca sociale di Milano Codici e da Comunità nuova, il convegno ha raccolto per la prima volta una trentina di associazioni legate ai figli di immigrati di diversi paesi, da Associna alla Rete G2, dall'associazione giovani musulmani d'Italia ai giovani latinos di Genova e Milano, inclusi i Latin Kings e Netas che lo scorso anno hanno firmato proprio a Genova una pace.

Ferrero è stato però contestato da esponenti dei centri sociali per la mancata chiusura dei Centri di permanenza temporanea. "Dalla descrizione del ministro esce un governo impotente - ha detto Paolino Languasco dello Zapata, il centro sociale che ha ospitato le bande latinoamericane per il progetto di emersione seguito alla pace - ma il prossimo autunno il Governo che cosa dirà agli immigrati, scesi in piazza magari a milioni come suggerisce il ministro?".

Ferrero ha replicato: "Se mi si dice di andarmene dal governo perché fa schifo è una discussione politica e io l'accetto. Non accetto che mi si dica che non faccio una circolare come se io andassi in giro a cacciare delle balle".

Dopo le grandi novità in materia di immigrazione legate al decreto flussi-bis dell'anno scorso e all'ingresso in Europa dei cittadini romeni e bulgari, Ferrero ha ricordato che allo studio del governo "ci sono il disegno di legge sulla cittadinanza e il testo Amato-Ferrero che dovrebbe modificare la Bossi-Fini. Una legge che contiene profonde novità come la facilitazione dei ricongiungimenti familiari, un provvedimento per rendere i permessi di soggiorno più lunghi e la creazione di un fondo per i minori non accompagnati". Il ministro ha criticato fortemente la legge Bossi-Fini e sui Cpt ha riferito che "c'è un altro punto del disegno di legge per cui chi non rifiuta di farsi identificare non andrà più nei Cpt".

"E' un salto in avanti rispetto ad un anno fa - ha detto il sociologo dell'Università di Genova Luca Queirolo Palmas - . Allora c'era l'emergenza securitaria sulle bande latinoamericane, oggi abbiamo ragazzi che organizzano feste, ma soprattutto seconde generazioni che rivendicano dei diritti contro le discriminazioni".

(ANSA)



(25 June 2007)


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Sergente di ferro
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BASTA CO' STI IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE.....NON SIAMO IMMIGRATI SIAMO FIGLI DELL'IMMIGRAZIONE!!!!! UFFA!!!! :mrgreen:

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Extra terrona
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ecco l'articolo di Shao Yan su Genova pubblicato su AssoCina:

http://www.associna.com/modules.php?nam ... le&sid=504


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Clandestino

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mi scuso in anticipo.
per non ricordarmi i nomi e le persone di tutti, eravate veramente in tanti;
mi è solo dispiaciuto che non ci sia nessuna foto G2 & Asso...

è stata una bellissima giornata, speriamo di farne altre-.....
sono cosi abituato a uscire solo con cinesi, italiani ed africani che avere anche degli latinos ed americani.... mi fanno venire la pelle d'oca; devo superare le mie campagne e raggiungere la città.... :wink: :twisted: :twisted: :twisted:

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Ciò che ci unisce è anche ciò che ci divide: La diversità!!!


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