Con l'articolo a seguire si inaugura la serie di videointerviste a membri della Rete G2 - Seconde Generazioni da parte dell'agenzia Dire. A fare le interviste è stata una giovane operatrice dell'informazione di origini straniere. La prima intervista è a
Lucia, seguiranno quelle a
Samira e
Nima (che si sono "sacrificati"
perché le interviste riportassero le attività e e le voci della rete G2 a Roma).
Ragazzi G2, stranieri in patria
2 ottobre 2007
ROMA - "Ma tu ti senti più italiano o marocchino (tunisino, cinese, indiano ...)?". Ecco la domanda che tutti - nessuno escluso - i figli di immigrati in Italia si sono sentiti rivolgere almeno una volta nella vita. Una domanda che ti coglie a bruciapelo, alla quale nella maggior parte dei casi non sai rispondere, non puoi rispondere, perché non esiste un'identità netta e precisa. Non esiste il senso di appartenenza a una patria, non esiste una bandiera, non esiste una lingua, ma due patrie, due bandiere, due lingue.
Eppure, sembra che in Italia tu debba scegliere per forza. O, peggio ancora, sono le leggi a scegliere per te. Sei figlio di una coppia mista? Allora puoi tenerti due cittadinanze, ma se sei figlio di genitori entrambi stranieri, anche se nato in Italia, dovrai accontentarti della cittadinanza del paese straniero, almeno fino a 18 anni. Solo allora potrai richiedere quella italiana, ma attento: dovrai farlo entro il compimento del diciannovesimo anno di età, altrimenti al tuo paese di nascita puoi dire pure addio. Il testo unificato del disegno di legge sulla cittadinanza di cui è relatore Gianclaudio Bressa, ora in Parlamento, sta tentando di metter mano a questa situazione, anche grazie all'aiuto di chi questi problemi li sente sulle proprie spalle. Stiamo parlando dei cosiddetti immigrati di seconda generazione.
Una definizione, che, in realtà, la maggioranza dei figli di stranieri in Italia odia profondamente. "Ci chiamano così - dice Lucia Ghebreghiorges, una delle portavoci del movimento G2 Seconde generazioni - ma noi non siamo immigrati, se non dalla pancia di nostra madre".
Il G2 è una vera e propria rete che attraversa tutta l'Italia, da Napoli a Milano, passando per Roma, Mantova e Prato. E' nata ufficialmente nel febbraio del 2006, grazie a un blog, "in via del tutto informale" spiega Lucia. "Poi abbiamo cominciato a 'reclutare' sempre più persone ed ora siamo sui duecento contatti al giorno sul forum, una quarantina solo a Roma" continua la portavoce. Le nazionalità sono le più varie: dall'Etiopia all'Argentina, dal Perù alla Libia, dall'India e la Cina a Capo Verde e l'Albania. Adesso il movimento è anche entrato in due consulte, una presso il ministero della Pubblica istruzione e una presso quello della Solidarietà sociale. Dove questi ragazzi portano la loro voce e le loro richieste.
Diregiovani ha deciso di dedicare un appuntamento settimanale alle loro storie, per capire come si vive da stranieri in patria.
A questo link trovate la video intervista a Lucia Gh. una delle portavoci della rete G2:
http://www.diregiovani.tv/dettagliop.aspx?id=4043