Invitati da Annalisa Frisina dell'Università di Padova abbiamo partecipato a tre incontri fatti con alcune scuole superiori del mantovano.
Cita:
Che la lezione frontale sia l’unica modalità riconosciuta a scuola è confermatami dagli incontri fatti in un paio di scuole superiori con ragazzi figli di stranieri e studenti italiani. In una, il preside non aveva fatto girare i volantini di invito alla partecipazione a questi incontri, per non far perdere ore di lezione ai ragazzi, giustifica l’insegnante di intercultura. Nell’altra, l’invito era stato esteso fino agli insegnanti come se fosse un corso di formazione fatto per loro, per capire il fenomeno barra problema “studente straniero”. Sembra quasi che se non c’è un adulto identificato con l’insegnante a mediare fra il sapere e i ragazzi, questi ultimi non possano arrivare alla conoscenza. Gli insegnanti insegnano e gli alunni imparano o così dovrebbero fare. C’è invece un approccio alla conoscenza che non deriva dalla mera trasmissione di informazioni, quella del confronto attraverso il dialogo.
Uscendo dai margini della conoscenza prettamente scolastica, con tanto di valutazioni a seguito, la proposta ai ragazzi era un dialogo inerente le loro situazioni, dai documenti all’identità. Un sapere che loro stessi vivono sulla loro pelle, trattandosi di questioni di cittadinanza burocratica e identitaria, informazioni che loro hanno implicitamente.
Riporto un elenco di ipse dixit che mi hanno colpito di più:
A. (docente universitaria che ha reso possibile questi incontri): E tu che ci dici…
ragazzo romeno: io sono UE… e quindi…(sorrisino... pausa... dondolamento sulla sedia... sorrisino...)… eh sì… (sono apposto avrebbe voluto dire)
sull’argomento partecipazione/associazioni/gruppi più o meno formali/partecipazione sportiva estesa largamente al calcio:
r. romeno: mi sento cittadino europeo, però quest’estate quando ABBIAMO vinto i mondiali… ero contentissimo e con gli amici abbiamo girato per la città sui motorini con le bandiere
r. cambogiana: tifo Milan, voterei per Berlusconi…
r. croata: l’anno scorso tifavo Juventus, quest’anno sto con un altro ragazzo e quindi tifo Inter
sull’identità/ luogo di appartenenza:
r. di origine senegalese con cittadinanza italiana: mi sento americana… (incalzata a rielaborare) perché ho uno zio a Miami e ques’estate vado a trovarlo… poi c’è mia cugina Beyoncè (movimento di bacino)
r. ghanese: sento di appartenere a Ghana, Italia e America, il primo perché è il mio paese di origine, l’Italia perché è il paese dove vivo e studio e l’ultimo perché è dove vorrò andare a vivere. Rappresentano il mio passato, presente e futuro.
A.: perché vorresti andare a vivere in America?
r. ghanese: Perché è un paese democratico e libero (commenti dubbiosi degli altri)… sì è vero, nonostante ci siano tante cose che non vanno, una persona (nera) come me è la “tipica fisionomia” che si vede per strada, lì non sarò mai considerata una straniera. In italia, è immediato che mi considerano una straniera.
r. siciliana: però è vero…
io: Qui avete esattamente il modello contrario. C’è una ragazza i cui genitori hanno origini senegalesi e un’altra cambogiani e entrambe sono cittadine italiane, e c’è un’altra ragazza (croata) la cui fisionomia è “tipicamente” occidentale e quindi “uguale” al tipico aspetto di un italiano… e c’è un’altra ragazza che è italiana e che vi sembrava a prima vista albanese… avete questi esempi per pensarla in un altro modo (o continuare a pensare allo stesso modo degli altri).
sulla cittadinanza:
r. senegalese con cittadinanza: secondo me va bene dare la cittadinanza a color che nascono qua (lei è nata qua), ma non è giusto darla a tutti, anche quelli che sono arrivati qua da poco…
A.: dopo quanti anni secondo te è giusto concedere la cittadinanza?
r. senegalese e cambogiana: almeno dieci anni
A.: esattamente come l’attuale legge.
r. croata: Anche secondo me, va bene dare la cittadinanza subito a quelli che nascono qua e non subito a quelli che sono appena arrivati… perché non è giusto che loro non si sono SFORZATI per ottenerla
Quale sforzo ha fatto invece la persona che nasce qua?
Il primo vagito?
primo vagito -> questa l'avevo letto nella discussione sulla cittadinanza (credo l'abbia scritto Maya)