Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

Ciao ragazzi,
sono Matilde, sto facendo una tesina sul percorso di mediazione che credo la seconda generazione dell'immigrazione naturalmente svolge nei confronti dei genitori.
Ogni figlio rappresenta infatti un mediatore naturale per i genitori, mi interessa capire come questa mediazione si arricchisce di uno scambio culturale tra genitori migranti e figli.
Sarei molto interessata ad avere un vostro parere su questo tema. Se credete che esista questa forma di mediazione in che modo, secondo voi , influenza i rapporti familiari?
Vi ringrazio molto per l'aiuto che saprete darmi .

Ciao a tutti

ciao matilde

la situazione che tu descrivi è abbastanza complessa e non sempre tale da permettere generalizzazioni. Spesso infatti, guidati dall'idea che i figli parlino meglio l'italiano dei padri, si pensa che questo sia motivo e neccessità di una mediazione "linguistica" dei primi nei confronti dei secondi. A volte è cosi, altre volte no, ed altre volte ancora la cosa ha sfumature differenti.
Lo stesso concetto di cultura è talmente indefinibile che ci porta più a pensare che ci sia una mediazione generazionale piutosto che linguistico - culturale.
Cerco di fare un'esempio.
In una famiglia qualsiasi dove c'è un figlio in età adolescenziale, questo forse media i contenuti dei suoi interessi e le cose che usa (i-pod, you tube,linguaggio da sms ecc) con i suoi genitori che per differenza di età (generazionale) sono spesso estranei a queste cose.
Anche in questo caso c'è una mediazione tra genereazioni che indispensabilmente sono diverse.

per quanto posso vedere, è vero che i figli sono i primi mediatori interculturali e linguistici dei genitori.
Per la comunità cinese c'è un alto tasso di imprenditorialità molti genitori spesso non parlano bene l'italiano e si affidano ai figli per quelle incombenze che hanno bisogno di una conoscenza linguistica più sofisticata.
Capita quindi che molte seconde generazioni abbiano un impatto con il mondo del lavoro o comunque dei "grandi" anticipato e si ritrovino ad avere a che fare con dichiarazioni dei redditi, rimborsi IVA e quant'altro.
Questo spesso ha delle implicazioni a lungo termine. Infatti molti genitori prefigurano un futuro per il figlio che è una prosecuzione dell'attività familiare, e comunque il loro coinvolgimento nell'attività li priva di un po' del proprio tempo libero.
Un altro fattore è che comunque la società cinese è più gerarchica e rispettosa dell'autorità paterna rispetto a quella italiana, e quindi se la mediazione linguistica è bene accetta, di meno lo è la mediazione culturale perchè psicologicamente i genitori sono poco propensi ad accettare "lezioni di vita" dai propri figli.
Ci sarebbero tanti altri temi, ma è difficile esaurirli nell'arco di un post sul forum.

credo che tutti i figli siano mediatori dei genitori, anche se discendenti dalla o della stessa e ferrea origine...e' semplicemente un lavoro di ammorbidire la ruvida modernita' alla generazione passata.

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