Ciao a tutti, ci presentiamo.
Siamo Hushang, Bidrohi e Kinaffou. Veniamo dall’Afghanistan, dal Bangladesh e dalla Costa D’Avorio. Siamo in Italia da poco tempo, né per scelta né per piacere. Viviamo al Centro Enea di Roma, che ospita richiedenti asilo e rifugiati politici. Siamo qui per la guerra, per la dittatura, per il genocidio che in Costa D’Avorio come in gran parte dell’Africa viene usato dai signori della guerra come strumento di potere.
Siamo arrivati in questo paese senza sapere nulla. Nel migliore dei casi siamo stati accolti da centri per richiedenti asilo e rifugiati. Qualcuno ha trovato una casa, per qualche mese, alla Città Dei Ragazzi, un posto riservato ai rifugiati minorenni.
La prima cosa che abbiamo compreso è che in Italia quasi nessuno sa chi sia un rifugiato.
Per molti di voi siamo “immigrati”. Per tanti di voi facciamo parte di quella moltitudine indistinta che temete e sulla quale i vostri governi emanano provvedimenti speciali.
Quanti di voi sanno cosa accade nei paesi da cui siamo fuggiti per salvarci la vita?
Quanti di voi sanno che, nonostante per la legislazione internazionale avremmo diritto a una vera accoglienza, ci troveremo, alla fine della nostra permanenza al Centro Enea, a dovercela cavare da soli?
L’incertezza, la paura di “quello che sarà domani” rende il nostro presente pieno di paura.
Quello che vi racconteremo qui vuole essere soprattutto un modo per allacciare un dialogo con chi in Italia vive da sempre. I video, le fotografie e i testi che da oggi vi offriremo saranno il nostro biglietto da visita interattivo.
Perché i muri ribaltati diventano ponti.
http://cercoasilo.wordpress.com/