Mamma mia quante domande!
Paula, ti riferisci al "monociglio" ?Quello ha tenuto pure un'assemblea nel mio ex liceo, ha scatenato un "casino" a scuola che nemmeno t'immagini. "Era un pochino estremista", infatti i preside poi ha bandito la nostra rappresentante d'istituto! Tornando alle domande.
Prima di tutto le seconde generazioni sono cresciuti qui, hanno sì origini diversi, ma vivendo e essendo vissuti in Italia, subiscono e risentono del clima culturale e sociale, perciò anche noi abbiamo le stesse paure degli "italiani autoctoni", come quella di non trovar lavoro dopo che hai "penato" negli studi. Una nostra preoccupazione aggiuntiva è essere in regola con i documenti.
Siamo in tutto e per tutto ragazzi "normali", alcuni di noi s'interessano della politica e questioni sociali, altri se ne fregano. Scendiamo in piazza per protestare se crediamo nelle idee proposte, altriemti no. Anche nelle manifestazioni appena fatte, c'erano figli d'immigrati. Il paese non ci considera ancora, ma tanti di noi ci sentiamo ugualmente italiani e protestare per le leggi ingiuste o semplicemente partecipare attivamente pur non essendo "cittadini" ci rende più "italiani" di molti. Informarsi e occuparsi del proprio paese ( Italia) significa essere integrati ed è anche un modo per mostrare che il tessuto sociale è mutato, che noi ci siamo, che noi siamo "voi". E' anche un passo per penetrare nelle coscienze altrui e farli rendere conto che della nostra esistenza.
