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Il sogno politico http://www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=22&t=1416 |
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Autore: | ahimsa [ 03 ott 2008, 19:20 ] |
Oggetto del messaggio: | Il sogno politico |
Vi trasmetto una sinnossi caricaturale di una specie di sogno ingenuo, datato a ieri notte. Ciò che non hai ottenuto è ciò che non hai chiesto. Non ci sono leggi, e non ce ne saranno - nel breve termine - che garantiscano una qualche voce in capitolo agli stranieri. Qualche anno fa in tanti - tra gli autoctoni e tra gli alloctoni - hanno iniziato a immaginare un "sindacato degli immigrati", a livello nazionale. Le provenienze, le lingue, le culture sono talmente varie che è difficilissimo trovare una base comune per dar vita ad un sindacato; è difficile persino intrattenere una comunicazione con più comunità contemporaneamente, sono frammentante anche al loro interno, e luoghi di aggregazione praticamente non esistono, per alcune comunità sono soltanto le stanze di preghiera. La paura, nel frattempo, è diventata oggetto di marketing politico, un logo, uno slogan pubblicitario; un ricorso a memi inerziali di facire propagazione/trasmissione: con i dovuti accorgimenti l'insieme degli "oggetti" degli slogan/memi è stato circoscritto (ed allo stesso tempo ampliato, per comprendere più soggetti/oggetti possibili), definito con contorni grossolani, reso comprensibile perchè non ammetta sfaccettature (se A è A, non può essere anche B, e neanche C!). I memi che toccano l'intimo (che può essere il corpo ma anche la casa, la famiglia, la comunità, la città) sono i più efficienti (e inerziali, si propagano subendo poche influenze/ostacoli). I potenziali addetti alla demolizione/messa in dubbio dei memi erano/sono in altre faccende affacendati. Chi potrebbe/vorrebbe farlo spesso non ha strumenti di propagazione/comunicazione all'altezza della sfida. I memi hanno fatto il lavoro per cui erano pensati. Lo hanno fatto egregiamente. Così da consentire a chi aveva appiccato il fuoco di travestirsi da pompiere, e far gridare al cronista "superman saves the day". Dopo cotanto artifizio, oggi, l'uomo nero, lo straniero, l'alieno, la disumana causa ultima delle umane disavventure, che per sua natura agisce in malafede, è dedito al furto ed allo strupro, questo non-uomo oggi ha tanti buoni motivi per avere paura. L'italiano medio si sente assolto a priori dalle reazione che potrebbe adottare contro i non-uomini: è questo il messaggio che si è sentito arrivare. E allora cosa possono fare i non-uomini per riappropriarsi del sè, del proprio destino? Potrebbero dimostrare di essere uomini, ossia di essere quello che sono sempre stati e che hanno sempre voluto essere. Essere normali. La normalità non è un concetto neutro, ma è più che mai relativo. Normale non è "uguale", ma è "simile"; essere normali è essere rispettati nella propria diversità. Anche la diversità ostentata è percepita dall'Uomo italiano - ma anche europeo - come una minaccia al suo intimo nido di normalità, nel quale è al sicuro dal mettere in dubbio i propri valori, le proprie certezze. Questo tipo di Normalità è la vera inerzia culturale su cui viaggiano appesi gli occidenti di oggi. Mettere in dubbio un senso di Normalità rispetto ad un altro, potrebbe essere fatto pensando lateralmente: una riproposizione/ritraduzione/reintrepretazione paradossalmente più letterale della Normalità monopolizzata dall'Uomo. [ E' un po' come la Bibbia o il Vangelo dati in mano agli indigeni: "Qui c'è scritto che siamo tutti uguali, e allora perchè io sono lo schiavo e tu il padrone?"] Gli stranieri non hanno il diritto di voto, ma vogliono votare. Per chi? Per chi vogliono loro. A che pro? Per essere rappresentati. In quale sede? In tutte le sedi nelle quali avranno diritto di parola. [ tutto questo è sogno, lo sò, non ci credete....ma è proprio così!] Milioni di stranieri in tutta Italia si recheranno nelle urne questo fine-settimana. Nelle piazze, nelle associazioni di immigrati, negli spazi pubblici che i Comuni hanno messo a disposizione. Hanno votato tutti gli "aventi diritto", i maggiorenni di ogni razza, religione, sesso, ideale politico, nazionalità, status politico. Hanno votato anche gli Italiani doc, con l'unico requisito di essere stato migrante per un periodo di almeno 6 mesi in un paese esterno alla Comunità Europea. Hanno votato per eleggere i quadri di un partito, che però ha tutte le caratteristiche di una assemblea parlamentare. Il programma di questo partito è tutto da scrivere, e lo scriverà una volta riunito in "seduta plenaria". Ma i valori che sottointende con la sua stessa nascita, sono sopra ogni cosa il rispetto della legalità democratica (tanto che mai in Italia vi è stato partito più "democratico") e della Costituzione, della uguaglianza degli individui e della pari dignità di ogni cultura, la laicità (cui corrisponde la libertà di culto e la parimenti uguale trattamento di ogni fede religiosa). Accanto alle elezioni si è votata l'approvazione una carta del rispetto dei valori costituzionali, cui si impegnano gli stessi elettori. Le domande sono semplici e talvolta provocanti: "Mi impegnerò a pagare tutte le tasse cui sono tenuto come cittadino, anche se lo Stato con quei contributi non finanzia servizi di cui avrei bisogno. Mi impegnerò a pagare il canone Rai, anche se la qualità delle trasmissioni è pessima ed il mondo rappresentato è finto, futile ed interessato. Mi impegnerò a rispettare gli usi e i costumi del popolo italiano e di tutti gli altri popoli che risiedono in questo paese, e cercherò di far partecipi gli altri della mia cultura. Mi impegnerò a prendermi cura di tutti gli spazi pubblici in cui si svolge la mia vita. Mi impegnerò a non accettare un lavoro in nero, o contratti di lavoro che mi svantaggiano rispetto ad un cittadino italiano. Mi impegnerò a denunciare ogni grave violazione della legge, che a violarla siano italiani o stranieri." e via dicendo. Si stanno organizzando. Eleggono democraticamente assemblee che forse nessuna istituzione terrà di conto. Organizzano tavole rotonde, convegni, conferenze, destinate ad informare le comunità di stranieri o a dialogare con la comunità italiana. Organizzano corsi di lingua italiana e rudimenti di diritto per orientarsi nella giungla della burocrazia. Fanno campagne di pressione verso istituzioni e sindacati, per la tutela effettiva dei loro diritti in ogni sede. Associazioni di mamme lavoratrici e casalinghe gestiscono asili informali nelle loro case. Fanno corsi per aiutare i ragazzi che hanno difficoltà a scuola. Studiano modalità di investimento collettivo nei loro paesi di provenienza. Informano i loro compatrioti sugli svantaggi della clandestinità e sulle vie legali percorribili. Alla violenza, al razzismo, alla paura hanno scelto di rispondere con il coraggio, con la solidarietà, con una riaffermazione dei diritti umani e dei valori democratici. Non servono artificieri, la bomba ha scelto di non esplodere, di autodisinnerscarsi. Con il senno/sonno di poi riesco anche ad individuare qualche ingrediente: salta subito all'occhio il "shadow cabinet" allestito da Veltroni, poi c'è il richiamo di Gad Lerner - ieri sera su Anno Zero - sulla necessità di rappresentanza politica per gli stranieri. C'è anche una dose di populismo (forse per il documentario su Chavez che ho visto stamattina ). |
Autore: | paula [ 03 ott 2008, 19:29 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Il sogno politico |
e in tutto il sogno-incubo G2 dov'era? |
Autore: | ahimsa [ 03 ott 2008, 19:55 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Il sogno politico |
cara paulita, non hai colto la "mano invisibile" di G2? il vero ed unico deus ex machina del sogno-incubo picaresco! Nostra è la nomenklatura che aizza i proletari di tutto il mondo alla rivoluzione culturale, li prepara concettualmente, sveglia le loro coscienze e pretende da loro la responsabilità della difesa della propria dignità, per le genti e di oggi e di domani e di ogni dove e sempre! |
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