Guarda,
io ho lavorato lo scorso anno per un paio di mesi presso un'associazione di volontariato messa in piedi da un signore di origine peruviana. Un uomo molto affettuoso e onesto, pieno di voglia di aiutare gli altri. Ma anche un pessimo organizzatore, confusionario...
Ci teneva ad aiutare i suoi connazionali immigrati da poco a trovare un equilibrio tra la loro cultura, della quale erano portatori, e la cultura di qui. Per esempio era ben cosciente delle abitudini poco ortodosse di lasciare rifiuti nei parchi dopo averli usati la domenica per il barbecue (!), e cercava di far passare un messaggio.
Io penso che ognuno porti con sé un proprio bagaglio, un modo di vedere le cose, affrontare la vita, rapportarsi agli altri. Questo bagaglio si costruisce nell'infanzia e nell'adolescenza, e poi continua a evolvere negli anni della maturità. Il luogo di socializzazione è perciò determinante.
Coloro che emigrano dopo l'adolescenza hanno già costruito un proprio modo di stare al mondo, che è molto influenzato dall'ambiente in cui sono cresciuti (al cui interno poi ognuno fa le proprie esperienze e trova propri percorsi di senso, non sto dicendo che tutti i peruviani sono uguali, tutti gli taliani, tutti i francesi ecc...é ovvio).
Tu forse non ti riconosci in quel modello (in quei modelli) perché in effetti non è il tuo. Così senza conoscerti, e scrivendo su un forum (abbi pietà dei pochi mezzi per costruirmi un'opinione
) direi che vivi tra due mondi, due macroculture: Perù-Italia. Ma tu hai una tua microcultura, la tua personalità, la tua visione del mondo che mixa elementi dell'una e dell'altra, e rielabora in base alle tue esperienze, i tuoi incontri.
Abbiamo tutti da imparare. Chi sono?
Lasciamo aperte tutte le strade...