Non sò se già esiste una discussione sull'argomento.
La mia riflessione parte dalla puntata di Annozero di giovedì 15 maggio, che ha trattato la tematica del "problema-immigrazione" (un tutt'uno, volutamente), della clandestinità e della sicurezza.
Ciò che ho visto ed ho sentito ieri sera su rai due mi ha angosciato. Non riconosco più questo paese, il mio paese, all'improvviso mi sono sentito fuori luogo, su un altro pianeta e mi son reso conto di vivere totalmente decontestualizzato (piccolo paese provinciale, rintanato nel mio universo casa-università) e di non sapere nulla di ciò che sta accadendo là fuori.
Mi hanno sconvolto quelle persone che pur non avendo nessun problema con gli stranieri non li sopportano, non ne sopportano la presenza, non vogliono vederli sulla "loro terra". Chi ha seminato tanto odio? E chi ha permesso a tanto odio di covare sotto la cenere? Cosa è successo? Cosa non ha funzionato?
Si è parlato di schiavi, finalmente, si è parlato del bisogno di braccia e non di persone; ma con le braccia arrivano anche le persone, con tutto il bene ed il male di cui ogni persona è portatrice. Però le persone non devono farsi vedere, non sono ben accette, non sono in casa loro, sono in casa "nostra".
1) Ma è vero che un "ospite" si comporta sempre meglio di una persona del posto?
Ovvero, il non sentirsi parte integrante di un contesto implica necessariamente un maggiore rispetto e tutela del contesto stesso?
2) E' vero che gli stranieri "fanno come a casa loro" oppure fanno peggio perchè "non sono a casa loro" o "non si sentono a casa loro"?
Il problema è a tutto tondo. E' l'Italia che è malata, dappertutto, gli italiani tutti ne sono i colpevoli anche se additare il diverso è più facile per liberarsi dalle proprie colpe. Le teste dei clandestini-immigrati-rom-romeni servono ad invocare la grazia divina: in realtà servono al publico ludibrio,
"panem et circenses", il pubblico ha bisogno di sangue, di fuoco e fiamme, del sacrificio di questi esseri non-degni, questi impudici manifestatori di povertà e bisogno.
L'utopia (continuamente confutata) della crescita illimitata ha bisogno di un indefinito numero di persone che possano sostenerla, a prezzi via via più bassi, tendenti a zero, ed a costi decrescenti (come le pretese espresse).
Se l'Italia non è in grado di accettare il diverso, allora DEVE IMPARARE A FARNE A MENO, e se non può farne a meno, DEVE IMPARARE AD ACCETTARE IL DIVERSO. Può farne (forse) a meno se rimette in discussione e ripensa il paradigma del suo sviluppo economico. Purtroppo non abbiamo gente lungimirante, chi sceglie per noi is living in the past, e ragiona con i modelli del passato.
3) Voglio che qualcuno mi dia la prova provata che essere straniero in Italia porta dei vantaggi addirittura superiori dell'essere italiani. Non ne posso più di sentire "questi si prendono tutto prima di noi", "hanno tutti i diritti e noi nessuno", "lo stato tutela più gli stranieri che gli italiani". Vorrei capire questo. E se queste persone hanno ragione allora perchè non c'è stata ancora la rivoluzione? Stavamo meglio degli italiani e non lo sapevamo! Io almeno non lo sapevo! Azz, ma com'è possibile?
E se queste persone NON HANNO RAGIONE, come sono convinto che sia (dall'evidenza), allora perchè nessuno dice loro che non è così, che le loro opinioni sono prive di fondamento?
La televisione e la carta stampata di cosa ca**o parlano? Di quale mondo raccontano? Non sarebbe ora di invitare a tappeto la gente a spegnere le televisioni?
Anche gli stranieri sono altrettanto (se non di più) decontestualizzati dalla realtà in cui vivono, anzi, sono continuamente e progressivamente sempre più decontestualizzati. Prima di tutto gli stranieri guardano pochissimo la televisione italiana (come si fa a guardare tanta pornografia e sciatteria a tutte le ore del giorno per tutti i santi giorni?). L'assenza di politiche di inserimento ne favorisce la graduale ghettizzazione, la discriminazione sul lavoro li aliena dai rapporti sociali con i "diversi-italiani" (anche per gli stranieri c'è una percezione di diversità, il problema esiste anche per loro), la lingua e la burocrazia sono ostacoli spesso insormontabili, l'ignoranza ed i pregiudizi degli italiani rispetto al mondo non-italiano crea ulteriori solchi e fa cementare la diversità.
4) Tornando alla puntata di Annozero, ho notato che questa catarsi collettiva di odio del diverso sta provocando una consapevolezza di civilità che gli italiani forse non hanno mai avuto! All'improvviso si scoprono facenti parte del mondo civilizzato e "rispettoso delle regole", omettendo per un momento di ricordare che vivono nel paese fabbricatore di mafie, con la corruzzione dilagante, dove il lavoro nero si nutre di milioni di schiavi, dove il parlamento somiglia più ad un ritrovo di farabutti e imprenditori (o entrambe le cose assieme) più che una sede istituzionale di un paese civile, dove la giustizia è disarmata e impantanata da un garbuglio inestricabile di leggi. Anche i "terùn" possono ora sentirsi più civili, e possono avvantaggiarsi di essere meno peggiori dei peggiori, ossia gli stranieri. Dopo aver incendiato i campi rom possono sentirsi al pari di un bergamasco o di un vicentino.
Con ciò sto negando che gli stranieri portano problemi?
Certo che no. Ammesso che gli stranieri non sono un problema ma portano problemi, occorre chiedersi come risolverli. Per risolverli occorre la volontà (politica prima di tutto) e le risorse; e dato che nella percezione comune gli stranieri "rubano" già troppe risorse (ad Annozero attraverso i numeri è stato mostrato che ciò che gli stranieri producono equivale a 25 volte ciò che viene speso per loro, ma secondo me è ancora sottostimato: attraverso il lavoro nero producono molto di più; senza gli schiavi stranieri che ne sarebbe della raccolta degli ortaggi al sud, delle fattorie a conduzione familiare sempre al sud, dell'edilizia al centro nord, dello spaccio di droga in tutta italia, delle diecimila prostitute che allietano le notti dei machi-latini?), credo che alla fine non si farà nulla.
Se la destra abolirà queste schiavitù, giuro che voterò destra per il resto dei miei giorni (tanto sò di non correre rischi
)...però prima la destra mi deve dare il diritto di voto, e quindi la cittadinanza, mentre per ora (sempre grazie alla destra) è messo in dubbio anche il mio permesso di soggiorno
Quindi per intergrare gli stranieri servono risorse e se non si vuole integrarli allora NON FATELI ENTRARE.
5) Castelli ieri ha parlato di "eliminare gli schiavi" e non di eliminare la schiavitù. E' stato un lapsus o un eccesso di sincerità?
Un'ultima considerazione devo farla proprio sulle seconde generazioni. Lungi dal migliorare qualcosa per la nostra condizione, l'Italia sta facendo passi indietro nella garanzia dei diritti. Sembra che gli Italiani sono convinti che più diritti = più costo (e che più diritti per gli altri = meno diritti per gli italiani), il che non è sempre vero. I paesi occidentali si sono cresciuti e si sono arricchiti di più nell'ultimo secolo, durante il quale i diritti sono stati via via ugualmente estesi a tutte le categorie di persone, che in tutti i secoli precedenti segnati da iniquità nella distribuzione del potere e dei diritti/doveri. Qualcuno dovrà pur dire questo! Qualcuno dovrà pur spiegarlo agli italiani che non è togliendo agli stranieri che essi avranno di più, bensì esigendo di più ASSIEME agli stranieri. La politica si sta lavando le mani dei problemi della gente, e li sta usando per intrattenere il pubblico, nel
"circenses" appunto.
Vogliamo svegliarci e migliorare ASSIEME questo paese o continuare a incolparci gli uni con gli altri dei suoi mali (mentre i politici scommettono su chi resta in piedi alla fine del round)?
ps: scusate per questo lungo delirio...ma non ho resistito...