bene vediamo di mettere per iscritto ciò che mi frulla per la mente.
premesse...
facciamola semplice, quando una persona comunica qualcosa a qualcun'altro, quando si tenta di trasmettere a parole un fatto, per esempio una cosa successa o che può succedere, quando tentiamo di mettere in guardia qualcuno da qualcosa, bisogna tener conto che una parte del messaggio trasmesso verrà inevitabilmente perso.
nel classico esempio di un padre che tenta di insegnare, spiegare al figlio del perche non bisogna fumare, o del peche fa male bere troppo, o del perche non è conveniente guidare ad alta velocità, il figlio sarà spinto dalla paura ad evitare di fare, ma col tempo non gli basterà, e chiederà perche, qui si perde qualcosa nello spiegare le ragioni di un divieto, cioè "l'esperienza", la prova fisica, il parlato è qualcosa che sta lontano dal fatto, e paga la sua "lontananza" quando rientra tra le cose non provate. per quanto vogliamo spiegare le nostre ragioni, dentro di chi riceve ci sarà sempre una propensione verso l'esperienza diretta o quanto meno il più possibilmente diretta, cercherà una conferma, sarà mosso da curiosità di verificare.
il peccato originale, è una colpa grave, tanto grave che per quel tradimento i figli dei suoi figli dovranno pagare...
ciò che indusse in tentazione adamo ed eva, il serpente? il male "animalificato", la negatività, il diavolo, qualsiasi cosa sia, non ha intaccato la natura di adamo ed eva, ha stimolato, ha accellerato, un processo che possiamo presumere inevitabile nella natura umana, cioè appunto la conferma, l'esperienza diretta o quasi. quando Dio vietò ai primi uomini di mangiare i frutti dell'albero della vita e della morte, diede loro una spiegazione, ma con quella non poteva eliminare quella briciola di propensione alla conferma.
se avesse saputo cosa c'era oltre... ma non poteva sapere, è nato con tutto, come spesso succede, chi nasce nel lusso non sa apprezzare e spreca...
ma torniamo ad adamo ed eva.
se Dio ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza, sarebbe blasfemo pensare che non sapesse come, la sua creatura era fatta, sapere i suoi piaceri ed i suoi dispiaceri. sarebbe pensabile che Dio abbia dato la vita all'uomo senza sapere cosa stesse facendo? per lo meno pensare che potesse prevedere il comportamento "disobbediente" dei suoi figli.
se Dio sapeva che agli uomini non bastavano le raccomandazioni "verbali", prive di conferme "umane", il peccato originale perde di peso, dato che sarebbe come punire qualcosa che era prevedibile e noto.
a ciò si potrebbe argomentare contrariamente che dipende dal rispetto, dal peso gerarchico che diamo alla "persona" che ci da la raccomandazione, maggiore è la considerazione verso di lui e minore è la voglia di confermare... e nel caso di DIO, avrebbe dovuto avere un atteggiamento di venerazione estrema tanto da quasi rendere nulla la sua propensione alla conferma....
qualche credente ha da dire qualcosa in merito?
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