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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Il concetto di Tolleranza
MessaggioInviato: 09 lug 2008, 00:32 
G2 Integrato

Iscritto il: 27 mag 2008, 17:36
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Località: Roma
La tolleranza, nel senso originario del termine viene definita come la mancata repressione di opinioni ritenute false o di comportamenti sbagliati. Essa indica un atteggiamento o uno stato d’animo per il quale si ammette che gli altri professino differenti principi religiosi, etici e politici.
Analizzando l’etimologia della parola si nota che essa ha una connotazione piuttosto negativa. Infatti il sostantivo “tolleranza” deriva dal verbo “tollere”(togliere), nel suo senso primitivo dato da Tommaso d’Aquino di “portare” o “sopportare”. Originariamente la sopportazione consisteva soprattutto nella non persecuzione delle confessioni religiose differenti dal Cristianesimo, in quanto non era possibile convertire tutti. Dilatando l’area semantica “tollerare” significa portare il peso della difficoltà di colui che si sente e si dichiara diverso dalla maggioranza. Nonostante, quindi, l’originaria definizione essenzialmente negativa di tolleranza, tuttavia, si riconosce a questa un’accezione positiva: la tolleranza infatti permette che esista una pluralità di posizioni e quindi di opinioni in tutti i campi dove essa sia esercitata. Contribuisce perciò alla ricerca della verità, alla quale si rapporta in modo dialettico.
Essa è garanzia della libertà di espressione, di stampa e di opinione, principali forme di libertà che vennero concepite nell’Illuminismo. A questo proposito è famosa la massima di Voltaire, il quale afferma” <<non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dire quelle cose>>.

Nella tolleranza ciascuno si mette a rischio. La posta in gioco è l'identità personale o identità nazionale nel caso di consistenti flussi migratori. Confutare le certezze è fondamentale per fortificarle.
Nella seconda metà del Novecento, è nata l'Europa,un unione di più paesi che hanno stretto dei patti economici e politici. Essa è frutto di accordi tra vari grandi potenze che cercano di controllarsi reciprocamente in modo da garantire la pace. Questa organizzazione ha avuto ripercussioni soprattutto sulla sfera sociale. Appartenere all'Unione europea significa, in primis, poter circolare liberamente, in tal modo L'Europa della massima intolleranza ha dovuto improvvisamente diventar tollerante verso culture differenti. I cittadini, in prima istanza, hanno dovuto confrontarsi con altri cittadini europei, successivamente anche con extracomunitari. Proprio l'integrazione di questi ultimi risulta spesso difficile a causa della lingua, delle tradizioni, etc. Nel momento in cui uno straniero entra in paese, si stabilisce una sorta di contratto di tolleranza. " Voi, venite, noi vi tolleriamo, e cerchiamo di cambiare in certa misura le nostre usanze per vivere con voi" E' legittimo chiedersi, allora, quale è la linea di demarcazione: quanto deve cambiare il paese ospitante? In quale misura devono adattarsi gli ospitati? Il problema è sicuramente complesso.
Negli ultimi anni, l'Italia è stata investita da ingenti flussi migratori che hanno profondamente cambiato lo scenario del paese. I recenti fatti di cronaca nera che vedono come protagonisti extracomunitari ha innescato un processo di xenofobia. La popolazione si è sentita tradita per la propria tolleranza e pretende di essere rispettata. Ciò è dovuto anche ad un certo clima di permissivismo e perdonismo dei sistemi giuridici. Soluzioni drastiche possono provocare reazioni violente, sgradevoli ad entrambe le parti.
E' neccessario, invece, mediare e dialogare fra le varie culture solo così è possibile raggiungere l'armonia.
Tollerare significa sopportare un'idea diversa.
Tollerare significa comprendere e apprezzare le differenze.
Tollerare significa accettare se stessi.
Ognuno è sè e altro.

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L'indifferenza è la peggior malattia dell'UOMO.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il concetto di Tolleranza
MessaggioInviato: 23 lug 2008, 12:53 
Clandestino

Iscritto il: 23 lug 2008, 12:43
Messaggi: 5
Che bel pensiero, Stella. Anche Philomena Essed parla del concetto di tolleranza, ma lei lo vede come une termine piu' negativo nel contesto Olandese - forse anche perche' parla delle politiche della tolleranza, e non solo della parola.
Per me, la tolleranza necessita una divisione fra se stesso e "l'altro", cioe' io ti tollero pero' so' che tu sei diverso. Io ti tollero, pero' non devo cambiare ne cercare di capirti. Io preferisco forse un termine come somprensione, or condivisione, perche mette molto piu' in gioco l'individuo e la societa' "ospite". Puo anche darsi che trascuro le nuances del termine, pero'!
Comunque, grazie del pensiero- e' importante discutere sulle parole, che hanno tanta importanza nella vita quotidiana. (E scusate per gli accenti e la grammatica - l'italiano ormai lo parlo poco essendo residente all'estero da tanti anni!)


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 Oggetto del messaggio: Re: Il concetto di Tolleranza
MessaggioInviato: 23 lug 2008, 19:19 
Sergente di ferro
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Iscritto il: 03 lug 2006, 11:07
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secondo me il problema sta proprio nel concetto di tolleranza, a cui io non darei accezione positiva:

    TOLLERARE:
    avere la capacità fisica di resistere senza danno a qualcosa: tollerare il freddo, i cibi pesanti; non tollerare una medicina

    opportare con pazienza: non tollerare soprusi, ingiustizie, imposizioni; tollero tutto, ma non che mi si risponda così

    accettare, rispettare le opinioni diverse dalle proprie; mostrare comprensione verso gli atteggiamenti, i comportamenti altrui, anche quando li si disapprovi: tollerare ogni ideologia, tutte le religioni; un regime totalitario non tollera l'opposizione; tollerare le intemperanze dei giovani

    concedere una dilazione, uno scarto, una differenza rispetto a quanto prestabilito: tollerare un ritardo di ventiquattr'ore nelle consegne.

Non credo che la tolleranza sia garanzia di nulla. Quando si tollera, per definizione non si agisce. Creado che per trovare un'armonia è necessario capire (non necessariamnete condividere) le differenze.

Tuttalpiù posso pensare di tollerare qualcuno di passaggio, chessò una mosca o un turista, ma per chi già fa parte della società in cui vivo (mi rifesco agli immigrati, ma ancora di più alle seconde generazioni) non ha senso (secondo me) il concetto di tollerare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il concetto di Tolleranza
MessaggioInviato: 23 lug 2008, 21:48 
Clandestino

Iscritto il: 30 giu 2008, 13:27
Messaggi: 5
S
Pipit ha scritto:
Non credo che la tolleranza sia garanzia di nulla. Quando si tollera, per definizione non si agisce. Creado che per trovare un'armonia è necessario capire (non necessariamnete condividere) le differenze.


Sono completamente d'accordo, soprattutto con la parola "agire"....credo che per quanto riguarda la vita, la quotidianeità con persone di culture,paesi e lingue diverse non si possa pensare di lasciare tutto al caso...non agire...bisogna creare la connvivenza, bisogna essere attivi e costruire le pari oppurtunità, i diritti e ugualianze. Secondo me non si può parlare di tolleranza, le parole che a me piacciono di più in questo contesto sono rispetto e condivisione...mi piacerebbe anche integrazione, ma questi tempi mettono a dura prova la mia speranza...


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 Oggetto del messaggio: Re: Il concetto di Tolleranza
MessaggioInviato: 23 lug 2008, 22:34 
G2 Integrato

Iscritto il: 17 apr 2008, 19:06
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Località: Bruxelles
a me piace un'altra parola: ACCETTAZIONE, qualsiasi sia la propria condizione, della realtà. :mrgreen:

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Alphius


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 Oggetto del messaggio: Re: Il concetto di Tolleranza
MessaggioInviato: 28 lug 2008, 01:06 
G2 Integrato

Iscritto il: 27 mag 2008, 17:36
Messaggi: 544
Località: Roma
Il termine "Tolleranza " risuonava negativamente anche nella mia mente, tuttavia ripercorrendo la storia e facendo ricerche ho notato che la parola nel corso degli anni ha assunto connotazioni positive.
Tollerare singifica anche capire, agire e non ignorare l'altro finché non "tocca" il nostro.
Tollero ma non sono indifferente, poiché comprendo o cerco di comprenere la tua opinione e azione!
La parola accettazione invece non mi piace per niente!
Cosa significa "essere accettati"?
Come se l'uomo dovesse fare una concessione di grazia ad altro per "invitarlo" a far parte del proprio gruppo!

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