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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: flussi migratori
MessaggioInviato: 12 apr 2008, 11:03 
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strano, si richiede alla popolazione europea maggior mobilità (del lavoro), per compensare le differenze tra domanda di lavoro ed offerta nelle differenti zone dell'euroarea, quando però si rifiutano i flussi migratori provenienti da paesi non integrati economicamente, eppure il principio è lo stesso, SEGUIRE E COGLIERE LE MIGLIORI OPPORTUNITà DI GUADAGNO.

tollerare gli spostamenti della "forza lavoro" all'interno di una nazione si, va bene, va bene anche quando la nazione rientra in un contesto sopranazionale come quello europeo, ed allora chi prima era "straniero", gli europei non italiani per esempio, e le persone provenienti dai paesi dell'est europeo, diventa "meno" straniero, il tutto per garantire l'integrazione, impugnando la libertà di movimento, ALL'INTERNO DI UNA CONVENZIONE PURAMENTE POLITICA E QUINDI CONVENZIONALE.

cos'è che dovrebbe spingere un europeo a spostarsi in un paese confinante che rientra nella cerchia della UE?

le crisi ASIMMETRICHE che colpiscono una zona e non l'altra, che quindi creano problemi economici tali per cui ci si ritrova cun un livello di disoccupazione maggiore, si INCITA le persone a MUOVERSI all'interno dell'UNIONE EUROPEA, per COLMARE questi divari, SPOSTARSI QUINDI DA REGIONI ECONOMICAMENTE IN DIFFICOLTà IN REGIONI IN CUI C'é LA CAPACITà DI ASSORBIRE PARTE DI QUESTI LAVORATORI.

ma ciò è la stessa cosa che spinge gli immigrati di tutto il mondo a muoversi...

considerare le persone alla stregua del capitale...

sonsiderando che nei processi produttivi il lavoro è solo una componente, (CAPITALE + LAVORO)...


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 Oggetto del messaggio: Re: flussi migratori
MessaggioInviato: 16 apr 2008, 22:14 
Pds in rinnovo

Iscritto il: 26 mar 2008, 19:52
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ci aggiungo qualcos'altro, magari che qualcuno non lo trovi "interessante" e possa darmi un parere.



"reato penale, l'immigrazione "clandestina".

ovvio che poi si parla di "clandestina o no"...

ma le ragioni di fondo sono le stesse, da una parte, incentivata dall'altra disincentivata, vuoi per ragioni politiche ed economiche, ma il "fondo" è lo stesso.

ciò che rende "clandestino o no", e l'esistenza di accordi politici tra gli stati coinviolti, che dietro possono avere giustificazioni di carattere economico, ma nonostante ci possano essere nazioni economicamente integrate, in assenza dell'accordo politico che favorisce i flussi migratori, questi saranno definiti "illegali".

se lo spostarsi da un territorio all'altro, potesse essere visto come "bisogno" saltuario delle persone (in presenza di necessità), di per se potrebbe essere paragonato, (vedendo solo il bisogno di spostarsi), come qualsiasi altro bisogno da soddisfare. una visione di certo superficiale, ma che esclude tutto ciò che può pervenire "dopo", tutte le conseguenze che ne deriverebbero.

è chiaro che l'immigrazione "porta" con se problemi, ma che non sono strettamente incorporati con "la soddisfazione" del bisogno.

come tutte le cose, i problemi che l'immigrazione porta, sono causati da concause, vuoi la scarsa domanda di lavoro, vuoi la presenza o no di alloggi, vuoi le difficoltà culturali, linguistiche e qulsialtro.
per ipotesi ridicola, se tutto il mondo fosse maggiormente integrato, i flussi migratori porterebbero meno conseguenze "negative", e dato che tutti siamo potenzialmente coinvol"gibili" in un flusso migratorio "futuro", non esiste ragione di pensare che saremo portatori VOLONTARI di problemi.

se ci soffermiamo soltanto al "motivo" del flusso, e lo consideriamo "reato penale", sarebbe come punire un bisogno "non tollerato".

come punire il fare più di 3 figli, come punire l'eccesso consumo di caramelle (perche se tutti consumassero tante caramelle, il prezzo salirebbe e questa conseguenza è negativa per la collettività... -.-'').

ciò che viene punito è quindi "l'intento possibile futuro", le conseguenze negative, e dato che ciò è difficile da affrontare, con "il punire il reato di immigrazione clandestina", si enuncia l'incapacità di poter far fronte a nuovi bisogni "non controllabili" (eccesso di domande per gli asilo, per le case, per tutto... ).

ovvio che prevenire è meglio che curare, ma allora si da voce all'idea che si punisca per una mancata "integrazione" che renda tali flussi "naturali", il meno dannosi per i territori, e più sostenibili.

uesto ragionamento esclude l'idea: una lingua per tutto il mondo, una religione per tutto il mondo, una cultura universalmente riconosciuta...


ma ciò non è cosi "lontano" (oltre lo sforzo politico ovvio) del pensare ad un governo dlle nazioni. (auspicato dalla mia ex professoressa di diritto), che potesse porre le basi di una comune accettazione di diritti...

le mie parole escludono problemi di varia natura, ma ho cercato di tenere le cose che rendessero chiaro un piccolo "problema""


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