Questo é un pezzo preso da il numero del 9/15 gennaio della rivista internazionale. E' scritto da Gabriella Kuruvilla, una scrittrice italoindiana nata a Milano nel 69'.
Tempo fa, su un settimanale é uscito un articolo sugli immigrati vip. Il titolo era:" Quelli che ce l'hanno fatta ". C'ero anch'io. C'eravamo anche noi: le scrittrici migranti. In mezzo ad atleti, attori giornalisti e imprenditori. Solo che noi non ci sentivamo parte del gruppo. Mi ha telefonato un'amica, scrittrice migrante, fotografata con me, per dirmi:"E'scandaloso". Potremmo mandare in redazione la nostra busta paga", le ho risposto. "Non ce l'abbiamo", mi ha ricordato. Un anno dopo mi invitano a una serata a Milano. Il titolo é "L'immigrato di talento". Nel testo di presentazione leggo :"Non solo badanti.Non solo lucciole, non solo fattorini". Ma anche: miss, calciatori, registi....Ci sono anch'io. Ci siamo anche noi: gli scrittori migranti. La storia si ripete. Mi chiedo se , in altre parti del mondo, si promuovono incontri intitolati:"L'italiano di talento.Non solo mafiosi. Non solo pizzaioli, non solo suonatori dimandolino". Forse qualcuno si offenderebbe. Alla serata milanese ci sono molti ospiti: immigrati di talento che portano la loro testimonianza e italiani che parlano del talento degli immigrati, Don Gino Rigoldi afferma che le prostitute e il papa hanno la stessa dignità di persona. Vero é che ci sono un sacco di prostitute nere, mentre non si é ancora visto un papa abbronzato. Qualcuno spiega che gli immigrati contribuiscono al 9% del PIL nazionale. Mi viene in mente il ritornello della canzone Morire dei Cccp:"Produci, consumi, crepa!". E contribuisci al pil nazionale. Qualcuno poi sostiene che gli immigrati con il loro entusiasmo contagiano gli italiani, che sono depressi, e li aiutano ad avere speranza nel futuro. Gli immigrati, dunque, contribuiscono al pil nazionale e regalano buon umore. Ma non finisce qui: colomano anche i vuoti della società italiana. Le colf, le badanti e le babysitter straniere, infatti svolgono i compiti un tempo affidati alle donne italiane, che oggi escono di casa e vanno a lavorare. Tombola: gli immigrati contribuiscono al pil nazionale, regalano buon umore e facilitano l'emancipazione femminile (delle italiane). La conclusione é chiara: gli immigrati sono una risorsa da sfruttare. E questo in una logica capitalistica come la nostra é forse l'unico messaggio pubblicitario che funziona.
Ha scritto anche 2 racconti nel libro "Pecore nere. Racconti", eccovi una presentazione del libro, per chi puo' essere interessato.
La prima generazione di figlie di immigrati, nata o cresciuta in Italia, racconta la propria identità divisa, a cavallo tra il nuovo e la tradizione, una identità obliqua, preziosa, su misura. Quattro voci, Otto storie, molte culture. L'incrocio dei mondi e delle esperienze, tra integrazione e diversità, accoglienza e rifiuto. Tra noi e loro. La raccolta è stata curata da Flavia Capitani e Emanuele Coen.
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