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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 16 dic 2008, 20:25 
Clandestino

Iscritto il: 24 ago 2008, 20:56
Messaggi: 14
Località: parma
qualche giorno fa ho visto a"parla con me"; della dandini, un cortometraggio sullo stato italiano che finalmente dava la cittadinanza italiana agli immigrati, un rimborso personale offerto dal premier per le angherie e soprusi subiti, diritto di cittadinza per i loro figli..
il corto era molto toccante,l'ho cercato su internet ma non sono riuscita a trovarlo,e non ho nemmeno riferimenti perchè l'ho visto che era già iniziato, mancando la presentazione, comunque mi ha fatto riflettere un pò, soprattutto il fatto che alla fine fosse commentato come "fantascienza".. :cry:
forse, dico, è il caso di riflettere sul legame tra pregiudizi e privilegi (anche solo percepiti) a livello sociale, e tra concessioni di diritti (o rispetto di diritti umani) e possibilità di sfruttamento economico.
mi sembra ovvio ormai che gli immigrati non "rubino il lavoro agli italiani", piuttosto lavorano a orari e salari pazzeschi per gli italiani, in condizioni spesso inaccettabili, consentendo allo stato italiano di stare ancora in piedi. sia che siano lavori in regola o in nero,dove si assiste a vere e proprie forme di schiavismo.
certo non dico che sia per tutti così, ma per molti sì, e mi sembra che per lo stato perpetuare questa situazione barbarica sia fonte di convenienza e forse trova corrispondenza anche a livello sociale, dove la folle speranza di mantenere dei privilegi alimenta discriminazione e razzismo.
per esempio: perchè dovrebbe lo stato italiano (mal gestito e abbastanza corrotto) dare cittadinanza e quindi diritti e pensione ai lavoratori immigrati, quando può sfruttarli e rispedirli indietro? sulla stessa scia la difficoltà a dare la cittadinanza ai loro figli. cittadini con meno diritti fanno meno paura e sono più ricattabili (che poi stanno togliendo a tutti, i diritti italiani e non).
ovviamente penso che sia una politica, questa, inumana e illusoria e che soprattutto non paga, però credo che ci si debba fare i conti, che non sia solamente una questione ingenua di"cambiare la mentalità della gente". cittadinanza o no,siamo tutti cittadini d'italia.


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MessaggioInviato: 17 dic 2008, 14:57 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
Messaggi: 1848
Località: provincia di Perugia
Quando negli Stati Uniti d'oltreoceano stavano per abolire la schiavitù, non lo stavano facendo perchè era cambiata la "mentalità" dei "euro-americani", ma perchè la riorganizzazione economica - che volgeva verso lo sviluppo dell'industria - rendeva superflua la schiavitù.
La guerra tra gli stati del nord e quelli del sud è stata una guerra tra due sistemi economici diversi: uno incentrato sull'industria e sulla meccanizzazione dei processi produttivi (e quindi anche della produzione agricola) e l'altro incentrato sull'agricoltura, che impiegava braccia afro-americane a prezzo quasi nullo.
La necessità di aprire un mercato ai prodotti meccanici per l'agricoltura ha fatto spingere gli stati del nord verso l'abolizione (e quindi tutt'altro un interesse "umano" per la "libertà" o la "ricerca della felicità", e poi "felicità" di chi?) della schiavitù.
( poi ci sarebbe da parlare degli schiavi liberati cui nessuno, per tanti decenni ancora, dava lavoro da "uomini liberi", e che tornarono a fare gli schiavi dai loro vecchi padroni per non morire di fame...)

Se applichiamo il teorema di Heckscher-Ohlin (o della proporzione dei fattori) al sistema economico italiano, si potrebbe arrivare alla conclusione che l'Italia si sia "specializzata" in settori ad alta intensità di lavoro (mentre paesi come USA si sono specializzati in settori ad alta intesità di capitale e lavoro qualificato), come quello del tessile (ma anche edilizia...), ed ha tutto l'interesse ad avere un bacino di forza lavoro da pagare poco (e formare poco), anche in termini di diritti (che hanno un costo); i lavoratori qualificati faticano a trovare impiego più di quelli non qualificati, perchè l'economia ha deciso di svilupparsi nei settori che impiegano quest'ultimi a scapito dei primi.

Dall'Unità d'Italia fino agli anni 70-80 il bacino di braccia è stato il sud, "specializzatosi" nel fornire soltanto quelle per le industrie del nord; poi i "terroni" si sono ingegnati a farsi impreditori con i soldi degli altri, e caporali, e gli ultimi sono diventati penultimi, soppiantati dal carico delle caravelle disperate dei Colombo dell'Africa nera...

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Essere umano in divenire


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MessaggioInviato: 17 dic 2008, 15:18 
G2 Integrato

Iscritto il: 07 ott 2006, 12:07
Messaggi: 590
Località: Toscana
"Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità".
Thomas Jefferson, "Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d’America", 1776




Come molti ricchi terrieri dell'epoca Jefferson possedeva moltissimi schiavi. Nonostante fosse un convinto sostenitore dei diritti umani riesce difficile capire per quali motivi si opponesse in modo deciso di fronte a qualsiasi tentativo di abolire la schiavitù. Appare quindi ancora più paradossale per quale motivo negasse ai propri schiavi il diritto di libertà, diritto che a sua volte egli stesso aveva affermato essere il diritto fondamentale di ogni singolo individuo. Ciò nonostante, queste forti discrepanze tra ideali e vita reale non devono meravigliare. Molti dei padri fondatori degli Stati Uniti erano ricchi terrieri con moltissimi schiavi, tra i quali spiccava certamente anche Benjamin Franklin, James Madison e George Washington. A ciò si aggiunge il fatto che nella accezione dell'epoca gli schiavi di colore erano ritenuti esseri inferiori tanto da non essere paragonabili a degli esseri umani


Fonte Wikipedia.


tra il dire e il fare a volte ci sono di mezzo gli oceani e non solo il mare...


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