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Scuola, ecco la prima B "In classe tutti immigrati"
Presidi, insegnanti e genitori lo avevano predetto già lo scorso gennaio. Il tetto del 30 per cento per gli alunni stranieri nelle prime classi, introdotto dal ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini, sarebbe stato impossibile da rispettare, soprattutto nei quartieri multietnici delle grandi città. È successo così che moltissime scuole abbiano chiesto una deroga agli uffici scolastici regionali. Determinando, nei fatti, una situazione analoga a quella degli anni scorsi per quanto riguarda la composizione delle classi. È il caso dell´istituto comprensivo Laparelli di Roma, nato dall´accorpamento dell´ex scuola elementare Pisacane (già al centro delle polemiche proprio per l´elevata concentrazione di studenti immigrati, pari all´ottanta per cento) e della media Pavoni, che domani riprenderà le lezioni con una classe formata solo da bimbi stranieri.
Nella prima B della scuola elementare, infatti, tutti i 19 alunni saranno di origine non italiana, con una prevalenza di bambini cinesi e bengalesi. «L´unico italiano iscritto ha chiesto il nulla osta per il trasferimento - dichiara la preside Flora Longhi - Ma contiamo di invertire il trend e siamo fiduciosi: ci sono stranieri che si trasferiscono e lasciano la scuola per tornare nei propri paesi d´origine, anche se altri immigrati arrivano dal nord Italia».
Gina Neri, mamma del bambino che si è ritirato, tiene però a specificare i motivi della propria scelta, che nulla hanno a che fare con la composizione multietnica delle classi. «Avevamo scelto la Pisacane perché ci piaceva l´offerta formativa e prima dell´iscrizione avevamo parlato a lungo con l´ex preside - racconta Neri - Ad agosto abbiamo scoperto che la dirigente sarebbe cambiata e siccome non abbiamo avuto modo di conoscere bene la nuova, pur non dubitando della sua bravura, abbiamo preferito iscrivere nostro figlio alla Di Donato». E, cioè, in un´altra famosissima scuola multietnica della Capitale.
Su 39 studenti di prima elementare del Laparelli, solo due a questo punto saranno italiani. Ma i genitori non temono il melting-pot. «Sarà una ricchezza per mia figlia - spiega Maddalena Grechi, mamma di una bambina iscritta in prima - e poi quelli che chiamano "stranieri" nei fatti sono italiani come lei: hanno fatto la stessa scuola materna, parlano la nostra lingua perfettamente e apprendono molto più in fretta». Ma il Laparelli non è l´unico istituto romano ad aver ottenuto una deroga al tetto del 30 per cento. Anche il Daniele Manin e il Publio Vibo Mariano, per esempio, sforeranno la "quota Gelmini".
La situazione non cambia a Milano, dove ben 48 istituti della provincia supereranno la percentuale prevista dal ministero. Tra loro, anche le famose elementari Radice di via Paravia, che nel 2009 non avevano nessun bimbo italiano iscritto in prima e quest´anno, invece, ne conteranno solo due su ventuno: appena il 10 per cento.
Repubblica.it