A proposito del "porgi l'altra guancia" di seguito c'è una versione interessante del consiglio cristiano...in pratica (e condivido pienamente) l'invito a porgere l'altra guancia è l'invito a una rivoluzione non violenta, che passa per riprendersi la propria dignità...
uno può anche non offendersi se lo chiamano negro (soprattutto se lo fanno dei bianchi...), ma se viene pestato e poi definito negro deve denunciare a gran voce perchè ciò non accada mai più.
il relativismo è vero: la stessa parola in bocca a persone diverse ha significati diversi. Ma la parola negro, in bocca a dei vigili che stanno violando i tuoi diritti, sa di razzismo incotrovertibilmente. La persona può anche non offendersi. Ma DEVE denunciare.
Quando Cristo dice: ‘Se qualcuno ti colpisce sulla guancia destra, porgigli anche l’altra’ non propone affatto - come spesso si e' ritenuto impropriamente - una reazione arrendevole di fronte alla violenza. Per schiaffeggiare, generalmente, si usa la mano destra. Ma, un colpo dato cosi', arriva sulla guancia sinistra, e Gesu' invece specifica ‘sulla guancia destra’. Non si puo' peraltro pensare che si riferisse ad un colpo dato con la mano sinistra, poiché all’epoca questa mano era usata solo per le mansioni impure ed avrebbe portato vergogna a chi l’avesse usata per schiaffeggiare.
Gesu' quindi parla di un colpo dato sulla guancia destra con il dorso della mano destra. Questo non e' un colpo dato per fare male. e' simbolico. Con esso si intendeva umiliare, porre in una posizione di inferiorita' l’altro. Era usato da un padrone nei confronti del suo schiavo, da un marito nei confronti della moglie, da un genitore verso un figlio, o da un Romano verso un Giudeo. Il messaggio del potente verso il suo subordinato era chiaro: tu non sei nessuno, ritorna in basso a cio' cui appartieni.
e' a questo costume che Gesu' si riferisce quando dice ‘Se qualcuno ti colpisce’. Porgendo l’altra guancia, la persona colpita mette l’aggressore in una situazione insostenibile. Egli non puo' piu' ripetere il manrovescio perché ora il naso dell’altro lo ostacola. La guancia sinistra diventa un buon bersaglio, ma solo le persone di uguale rango colpiscono con le mani, e l’ultima cosa che il padrone vuole e' che il suo schiavo possa asserire la sua eguaglianza. Questa non e', naturalmente, una maniera per evitare la sofferenza; il padrone puo' fustigare lo schiavo quando vuole. Ma una conquista e' fatta: il sottomesso dice, in certi termini, ‘Io non voglio piu' subire questo trattamento. Io sono tuo eguale, io sono figlio di Dio’.
Porgendo l’altra guancia, l’oppresso esprime il rifiuto di un’ulteriore umiliazione. Questa non e' sottomissione, come la Chiesa ha insistito nel suggerire. e' una sfida. Potrebbe suonare un po’ idealistico, ma tutti i popoli del mondo in questa maniera potrebbero prendere nelle loro mani il coraggio per resistere, in modo nonviolento, a chi li umilia”.
fonte
http://www.jacopofo.com/non-e-vero-che-tutto-va-peggio