riporto qui la stessa cosa che ho scritto sul Forum di Associna, peché credo che questo terribile assassinio debba far riflettere più in generale sul degrado prodotosi negli ultimi anni nella società italiana e sulla scarsa reazione ai suoi sintomi (a proposito, dato che perfino la Curia milanese parla di atto razzista, cerchiamo di non seguire le mode riduzioniste anche su questo, almeno su questi Forum...):
una città é un insieme di persone con culture, bisogni, interessi, comportamenti differenti e spesso opposti (anche legittimamente; ad esempio per me é legittimo che si manifestino interessi opposti in una società capitalista fra padroni e lavoratori dipendenti, fra consumatori e commercianti, ecc.), legali, semilegali ed illegali.
dunque una città non é mai il singoplo stupratore, il singolo evasore fiscale, il singolo grande artista, il singolo politico, il singolo assassino, il singolo volontario di protezione civile, il singolo migrante, il singolo naziskin, ma é tutto questo assieme.
però quel che conta sono le azioni e reazioni COLLETTIVE, ossia il "senso comune", il diffondersi o meno di certi fenomeni (il volontariato, la diffusione di coca, il razzismo, le crisi mistiche, la produttività, i suicidi, le mafiosità, la creatività artistica, le tangenti, ecc.), i sensi di appartenenza, le paure (reali e soprattutto indotte da media e politici), ecc.
Milano, dal tempo della "Milano da bere" di Craxi, si é avvitata in una spirale di degrado su molti piani: dei modelli di vita, della perdita di solidarietà "di classe", della politica-spettacolo-mercato, dell'apertura incondizionata alle mafie che ne sono diventate elemento economico strutturale, della perdita del senso antifascista, della legittimazione della xenofobia leghista, della costruzione di un sistema di potere e sottopotere ciellino degno del peggior demitismo, della mitizzazione vuota di modelli ("l'alta moda") falsi, inquinati, mafiosizzati, sporchi dietro le paillettes.
la prova, nel caso specifico, non sta nella vigliacca aggressione omicida (che perfino la Curia definisce, a differenza del magistrato, "razzista") di due sceriffi kukluklanisti di quartiere travestiti da baristi, ma nella flebile reazione della "gente", dei Milanesi, che lasciano a qualche schegia veteromarxista ("Socialismo Rivoluzionario") a pochi preti (S.Egidio), a qualche ex-sessantottino in pensione, ai "soliti" migranti la reazione civile e nonviolenta contro il clima costruito ad arte per anni e decenni da un insieme di attori sociali precisi, con nomi e cognomi detti perfino da Lucarelli in TV ("Blu Notte"). Poche centinaia di persone che scendono in piazza con qualche candela nella "capitale industriale" d'Italia, nella Milano medaglia d'oro della Resistenza, che in altri tempi per un fatto simile avrebbe dichiarato scioperi spontanei e riempito le strade di cortei, in quella Milano che applaudiva "Mani Pulite" ed oggi elegge i difensori dei magiosi, degli evasori e degli stragisti e attacca i grossisti cinesi...
Ecco "Milano" oggi (e per essere chiaro Roma é anche peggio), che non a caso e non per sbaglo esprime Formigoni, la Moratti e il buonista Pionati!
Se un un condominio avviene uno stupro, per capire i condomini non ci si può basare sulla figura dello stupratore, ma sulla loro reazione; lo stesso per una città e la reazione (o meglio la non reazione; lo ha capito perfino la Curia!!!) di Milano é per me perfino PEGGIORE del barbaro assassinio commesso in quella città e conferma i danni di anni di finto dialogo, di buonismo, di svendita di valori e storie, di inciuci, di poteri forti trasversali, di demonizzazioni di chi privilegia il fare muro contro lo squadrismo nero e gli amici degli stallieri mafiosi alla multa all'abusivo ambulante, di caccia agli untori, di ricerca dei capri espiatori fra i più deboli, di cecità voluta verso i Ligresti e i mafiosi, di complicità con stragisti e speculatori, neofascisti e riciclatori, di deviazione dell'attenzione dai VERI nemici della sicurezza di un'intera città (che sono proprio coloro che oggi e da molto tempo ne gestiscono affari e politica) ai Rom, ai senzadimora, ai bambini-ladruncoli, ai carrellisti cinesi, ai tossici, a tutti i "diversi".
E questo si chiama in un modo solo, al di là della sua connotazione profondamente, intimamente fascisteggiante: schifo!
Anche Berlino era considerata una delle città più civili, avanzate, colte e progressiste d'Europa, negli anni '20 e poi sappiamo cosa é diventata...
Chissà quale "Armata Rossa" coi cannoni alzo zero (concreti o in termini economici: la guerra si fa in tanti modi...) servirà stavolta a riportare alla sana realtà i Milanesi e i Romani, in futuro? Ma non piangano, quando avverrà, peché a produrre le macerie (concrete o in termini di miseria) saranno stati loro, come lo erano stati i Berlinesi e non i contadini ucraini o bielorussi che ne spianarono legittimamente la città!
La Storia siamo noi, dice una bella canzone, e lo siamo quando produciamo liberazione, capolavori artistici, ma anche quando permettiamo la nascita o la rinascita di mostri prima omicidi e genocidi, poi, per fortuna, suicidi. E la responsabilità maggiore, lo spiegava Gramsci, NON E' dei criminali (siano due pezzenti baristi o Hitler: la differenza sta nell'occasione...) ma degli indifferenti che permettono loro di essere quel che sono.
_________________ "nostra patria é il mondo intero, nostra legge la librtà" (Malatesta)
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