Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 20 ott 2008, 13:52 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
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Località: roma
Qui trovate una news su quella che chiamano emergenza alunni stranieri nelle scuole elementari del mantovano:

viewtopic.php?f=5&p=10046#p10046

A voi i commenti.


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MessaggioInviato: 20 ott 2008, 14:54 
Lavoratore a nero

Iscritto il: 01 ago 2006, 14:55
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La radice del problema è il dilagante razzismo. Io non riesco a capire la preoccupazione di questi genitori italiani convinti che gli alunni stranieri rallentino l'apprendimento dei loro pargoli! Come se i bimbi italiani fossero tutti dei geni e quelli stranieri dei perfetti imbecilli.
E gran parte dei bimbi stranieri sono nati in italia e proprio per questo io non vedo il problema! Ma lo vogliono capire che anche noi siamo esseri8 umani con un cervello e pensano ancora che la razza bianca sia superiore?! E dopo i coro fascisti a Sofia mi sorge il dubbio (legittimo)!
E ciò che mi scoccia è che tutto viene riversato sui bambini, esseri innocenti che dovrebbero vivere in modo ingenuo e sereno senza discriminazioni o preoccupazoni di essere considerati diversi!


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MessaggioInviato: 20 ott 2008, 18:13 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
Messaggi: 1848
Località: provincia di Perugia
Grandissima Luciana Littizzetto ieri sera a Rai Tre - Che tempo che fa, sulle classi separate.

[url]
http://www.chetempochefa.rai.it/TE_vide ... 55,00.html[/url]

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Essere umano in divenire


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MessaggioInviato: 22 ott 2008, 00:54 
Lavoratore a nero
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Iscritto il: 09 set 2008, 21:04
Messaggi: 122
Località: milano
cara jamila ,
mi trovo molto d'accordo con le tue parole ,
Nella mia esperienza ..... alle scuole elementeri ,gia parlavo bene l'italiano,cioè... sono arrivata in italia a due anni ,quindi è praticamente la prima lingua che ho imparato .
in realtà io non mi distinguevo dai miei compagni per la bravura scolastica e neanche adesso sono una "cima" ; ma anche io ho avuto un piacevole apprezzamento :
all'esame della quinta, le maestre commissarie mi hanno fatto i complimenti,per come mi sono espressa ! in effetti mi ricordo ancora , che mi era uscita una frase stra strana per una bimba di 10 anni ...
episodio a parte ...
condivido la tua paura che oramai ho da qualche tempo...
tempo recente, perchè non ho mai sentito la paura e l'indignazione così tanto vicina ,così come da qualche mese ...
ora però la mia preocupazione si sta traslando al pensiero dei miei figli ,quando ne avrò ....
ho paura a pensare a dei figli in un mondo così !!
come potrei sopportare che vengano segregati , discriminati , offesi e feriti ...
sto male a pensarci !sto molto male a pensarci !


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MessaggioInviato: 22 ott 2008, 22:12 
Clandestino

Iscritto il: 30 set 2008, 12:40
Messaggi: 33
Ragazze, ragazzi, è uno schifo, ho ricevuto una mail di aggiornamento da PROGRAMMA INTEGRA che mi informa che purtroppo la mozione è passata, non ho parole, posso solo dire, che come mediatore sto preparando un progetto di inserimennto scolastico, che solo attraverso il riconoscimento e valorizzazione della diversità e delle somiglianze possiamo favorire un incontro lucido e consapevole, questo è e sarà sempre la mia missione da mediatore

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moja prosta dusa slovenska


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MessaggioInviato: 30 ott 2008, 13:33 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
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Località: provincia di Perugia
CLASSI PONTE? UN'INVENZIONE ITALIANA
di Maurizio Ambrosini 28.10.2008


Nei paesi avanzati non ci sono precedenti per la scelta di classi separate per i bambini immigrati. Ci sono invece molte esperienze di didattica speciale, volta al rafforzamento delle competenze linguistiche. Nel nostro paese la percezione di un'emergenza educativa è drammatizzata dallo smantellamento delle risorse per fronteggiarla. Il fatto stesso che alcune scuole abbiano investito di più nella didattica interculturale non di rado diventa un pretesto per convogliare solo verso queste gli alunni immigrati. Problemi di merito e metodo della proposta.

I minori di origine immigrata oggi presenti in Italia sono più di 760mila, dei quali però 450mila sono nati nel nostro paese, e in varie altre nazioni godrebbero dalla nascita della cittadinanza. Tra i minori stranieri scolarizzati, le proporzioni si invertono: circa i due terzi sono nati all’estero, anche se nel tempo le cose cambieranno per la naturale evoluzione demografica della popolazione immigrata. Il fenomeno in ogni caso è in rapida crescita e presenta marcate concentrazioni territoriali. Le regioni con le maggiori concentrazioni di istituzioni scolastiche che superano il 20 per cento di alunni “stranieri” sono Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Nel Sud solo in Sicilia si individuano alcune scuole in condizioni analoghe. La Lombardia è la regione d’Italia con il più alto numero di istituti che hanno almeno il 20 per cento di iscritti di cittadinanza non italiana, sono più di duecento. Nell’anno scolastico 2007-08, le scuole della regione con una percentuale di alunni non italiani pari o superiore al 25 per cento sono state il 9,3 per cento del totale. (1)

SOLUZIONI IN ITALIA E ALL’ESTERO

A questa rapida e visibile trasformazione delle basi demografiche e sociali della popolazione scolastica, vuole fornire una risposta la mozione sulle cosiddette classi-ponte per i bambini immigrati, proposta dalla Lega Nord, condivisa dal governo e approvata dalla Camera dei deputati. Un progetto che , a quanto sembra, incontra un vasto consenso nell’opinione pubblica nazionale. Benché non ancora chiarissima nelle sue modalità applicative, la mozione è un atto di indirizzo politico, non una proposta di legge dettagliata, l’idea è di costituire classi distinte per gli alunni che non dimostrino, a un apposito test d’ingresso, una sufficiente conoscenza della lingua italiana. Lì rimarranno finché non riescano, a una successiva verifica, a superare la prova.
Molti commentatori hanno osservato che la mozione individua un problema reale, sentito tra le famiglie italiane che hanno figli nella scuola primaria. Si stanno formando, si dice, classi in cui la numerosità dei bambini immigrati e la loro inadeguata conoscenza della nostra lingua frena l’apprendimento di tutti, provocando la fuga degli italiani. O se non possono andarsene, un evidente rancore.
I sostenitori del provvedimento, tuttavia, non si sono rifatti a nessuna esperienza straniera. Non si conoscono infatti, in epoca recente, precedenti nei paesi avanzati in cui si sia scelta la strada di classi separate per i bambini immigrati, anche se si danno molte esperienze di didattica speciale, volta al rafforzamento delle competenze linguistiche. Per esempio, in Australia o nel Regno Unito, i bambini sono inseriti nelle classi normali, ma inizialmente ricevono una formazione intensiva in lingua inglese, in gruppi separati e con insegnanti specializzati, mentre stanno in aula e lavorano con i compagni per materie come l’educazione fisica, l’educazione artistica, le attività manuali. Dopo qualche settimana, cominciano a diminuire le ore “speciali” e aumentano quelle “normali”, fino a giungere a una completa integrazione. Si tratta quindi di una soluzione diversa da quella delle classi “ponte” della mozione approvata dalla Camera, che istituisce contesti di apprendimento differenziati per gli alunni immigrati privi di adeguate competenze linguistiche.
L’approccio francese tiene conto della concentrazione urbana dei bambini immigrati, così come di altre componenti sociali svantaggiate, aumentando il personale educativo e le risorse a disposizione delle scuole dei cosiddetti “quartieri sensibili”. All’investimento educativo si aggiunge un’attenzione più complessiva alla riqualificazione e allo sviluppo dei quartieri difficili, con la destinazione di risorse per l’animazione economica, sociale e culturale dei territori, in cui le scuole svolgono una funzione importante.
Gli unici esempi noti di classi separate sono quelli istituiti in passato da alcuni länder tedeschi: in quei casi però l’insegnamento si teneva nella lingua del paese d’origine dei genitori, principalmente turchi, e aveva l’obiettivo di favorire il ritorno in patria. Un obiettivo che si è rivelato illusorio, producendo disadattamento e mancata integrazione, con i costi sociali conseguenti.

PROBLEMI DI MERITO E METODO

Nel caso italiano, non siamo all’anno zero. In molte scuole, anche se su basi locali e volontaristiche, sono stati sviluppati laboratori di italiano come lingua seconda, sono stati introdotti facilitatori e mediatori, sono stati distaccati insegnanti con funzioni di sostegno dell’apprendimento. Il problema è semmai che già sotto la gestione di Letizia Moratti, il ministero aveva tagliato le risorse per queste attività. Il lieve incremento successivo è rimasto ben lontano dal compensare l’aumento della popolazione scolastica di origine immigrata. (2) La percezione di un’emergenza educativa è drammatizzata dallo smantellamento delle risorse per fronteggiarla.
Le vistose concentrazioni in certe scuole e classi, inoltre, non sono un dato per così dire “naturale”. Spesso derivano da scelte organizzative che addensano in alcuni plessi e classi gli alunni di origine straniera. Il fatto stesso che alcune scuole abbiano investito maggiormente nella didattica interculturale non di rado diventa un pretesto per convogliare verso di esse gli alunni immigrati, “sgravando” le altre. Il volontarismo e l’attivazione locale hanno come contraltare il disimpegno e la resistenza passiva di altre istituzioni scolastiche. Un impegno per l’integrazione scolastica dovrebbe cominciare con il superamento di queste segregazioni di fatto, non giustificate da ragioni di concentrazione urbana.
Vengono poi alcuni problemi di merito. Il primo, già espresso da Giovanna Zincone su La Stampa, riguarda i destinatari della proposta del test di ingresso: tutti gli alunni di nazionalità straniera, oppure solo quelli nati all’estero? E in questo secondo caso, tutti, compresi quelli giunti nei primissimi anni di vita, o solo a partire da una certa età? Che dire poi dei bambini adottati all’estero? E dei figli di emigranti italiani di ritorno? E dei figli di stranieri provenienti da paesi sviluppati? E dei figli di coppie miste? La proposta appare essenzialmente una dichiarazione di intenti che vuole marcare un confine, senza preoccuparsi di introdurre specificazioni.
Un altro problema riguarda le modalità di uscita dalle classi-ponte: che ne sarà degli alunni che non riusciranno a raggiungere il livello di competenza linguistica richiesto? Resteranno nelle classi-ponte? Fino a quando? Non si rischia di reintrodurre surrettiziamente le classi differenziali abolite ormai da tanti anni, perché ghettizzanti?
C’è infine una questione relativa ai luoghi e alle modalità dell’apprendimento linguistico. La lingua si impara in classe, ma anche negli intervalli, in cortile e in mensa, giocando, chiacchierando, passando del tempo insieme. E poi invitando ed essendo invitati a casa dei compagni nel tempo libero. L’apprendimento in contesti informali non è meno importante di quello formale. E in più produce integrazione reciproca. Si può sostenere che le classi ponte non vietano di entrare in rapporto con i bambini italiani, ma resta certo che non producono un ambiente favorevole agli scambi quotidiani e all’instaurazione di rapporti di amicizia.
Non è forse un caso che nessun esperto noto di scuola e di pedagogia interculturale si sia espresso a favore del provvedimento. D’altronde, immaginare che la forza politica che ha presentato la mozione, con il suo curriculum, abbia davvero a cuore l’integrazione dei minori immigrati, appare vagamente surreale. Ma se pensiamo che gli obiettivi siano altri, anzitutto di raccolta del consenso, allora si comprendono meglio le ragioni della proposta e del suo successo.


(1)I dati sono Usr Lombardia-Miur. Si veda M. Santerini, School mix e distribuzione degli alunni immigrati nelle scuole italiane, in pubblicazione su “Mondi migranti”.
(2) Un conteggio non recentissimo effettuato in Lombardia dava un rapporto di un insegnante all’incirca ogni 400 alunni di origine immigrata. Oggi la situazione è molto probabilmente peggiore, in termini di rapporto insegnanti dedicati/alunni immigrati
.

Fonte: Lavoce.info

Maurizio Ambrosini è professore associato presso l’Università di Genova, dove insegna sociologia generale alla Facoltà di Scienze della Formazione. I suoi principali campi di interesse scientifico sono le immigrazioni internazionali, l’economia sociale, il volontariato e la formazione professionale.

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MessaggioInviato: 31 ott 2008, 15:44 
Clandestino

Iscritto il: 30 set 2008, 12:40
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bell'articolo!!!! l'ho copiato e inoltrato via mail ai miei colleghi mediatori io, rispondo con la lettera di don Lorenzo Milani "Lettera ad una professoressa che potrebbe essere girata anche alla signora Gelmini ed al signor Coda :o

Barbiana 7 dicembre 1965
Caro professore,
mi accorgo che lei è preside alle magistrali. La nostra tragedia, perchè l'istruzione che do io è disprezzata alle magistrali (e noi la ricambiamo con altrettanto disprezzo), ma diversi miei ragazzi vogliono dedicarsi all'insegnamento. Son corso a cercare le sue lettere precedenti ed ho visto che c'è una mezza promessa di venirci a trovare. La mantenga la prego. Basta che ci faccia un telegramma e le mandiamo una macchina a Firenze se preferisce o alla stazione di Vicchio. Vorrei che lei passasse qui una giornata intera o più giorni. Il difetto non è nostro, ma vostro perchè qui si imparano tutte cose importanti per essere domani maestri ed i ragazzi che escono di qui per fare i sindacalisti trionfano nell'ambiente. Quelli che vanno a lavorare all'estero in officina o anche in Italia si impegnano. Quelli che vanno alle magistrali vengono umiliati come ragazzini mentre vivono da anni (fin da piccoli) da adulti e adulti severi. Io vorrei che fossero interrogati da professori capaci di mettere in luce i loro valori e chiudere due occhi sulle anticaglie che ignorano. Poi vorrei che fossero interrogati da professori che onorano la maturità, la vocazione all'insegnamento, l'austerità di vita, l'analfabetismo dei genitori, la montagna con i suoi secoli di oppressione e di sofferenza, lo scrivere scarno e senza fantasie, la preparazione sindacale e politica, il coraggio di andare all'estero a 13,14,15 anni a lavorare e stringere la cinghia per conoscere a fondo lingue e mondi diversi.

Insomma io vorrei dei professori che accogliessero i miei ragazzi con riverenza e invece ho trovato solo pozzi di chiusura al mondo esterno. Forse lei non ci può fare nulla, ma venga almeno a parlarci di questo problema.
Un saluto affettuoso da me e dai ragazzi
suo Lorenzo Milani

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MessaggioInviato: 31 ott 2008, 18:15 
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Località: Bruxelles
Ma questi che ne sanno.. ricordo ancora un mio amico all'elementari che veniva dalla Puglia. parlava solo ed esclusivamente barese. gli insegnanti non facevano altro che lamentarsi, anche perché non si impegnava tanto e ha avuto difficoltà enormi, rimanendo indietro..
il problema suo era che i suoi genitori lo invogliavano poco allo studio.. di fatto poi non ha fatto a mala pena solo la scuola dell'obbligo..non riusciva/voleva andare avanti.. e si è messo a fare il muratore. chissà se un caso del genere rientra nella casistica del governo.. :|
mah.. "discriminazione positiva"? aggiungessero quello che gli pare ma resta il fatto che sono proprio loro a definirla DISCRIMINAZIONE. bravi.

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Alphius


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MessaggioInviato: 01 nov 2008, 23:21 
Clandestino

Iscritto il: 30 set 2008, 12:40
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alphius ha scritto:
Ma questi che ne sanno.. ricordo ancora un mio amico all'elementari che veniva dalla Puglia. parlava solo ed esclusivamente barese. gli insegnanti non facevano altro che lamentarsi, anche perché non si impegnava tanto e ha avuto difficoltà enormi, rimanendo indietro..
il problema suo era che i suoi genitori lo invogliavano poco allo studio.. di fatto poi non ha fatto a mala pena solo la scuola dell'obbligo..non riusciva/voleva andare avanti.. e si è messo a fare il muratore. chissà se un caso del genere rientra nella casistica del governo.. :|
mah.. "discriminazione positiva"? aggiungessero quello che gli pare ma resta il fatto che sono proprio loro a definirla DISCRIMINAZIONE. bravi.


è anche proprio di questi casi come quello del tuo amico che si prendeva cura don Milani nella sua scuola di barbiana e purtroppo di don Milani e di Maria MOntessori non ne nascono più :|

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MessaggioInviato: 02 nov 2008, 17:11 
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
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Vojka2001 ha scritto:
è anche proprio di questi casi come quello del tuo amico che si prendeva cura don Milani nella sua scuola di barbiana e purtroppo di don Milani e di Maria MOntessori non ne nascono più :|


...oggi come oggi ri-nascono i Licio Gelli...

:shock:
:?

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MessaggioInviato: 04 nov 2008, 15:39 
Clandestino

Iscritto il: 30 set 2008, 12:40
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ahimsa ha scritto:
Vojka2001 ha scritto:
è anche proprio di questi casi come quello del tuo amico che si prendeva cura don Milani nella sua scuola di barbiana e purtroppo di don Milani e di Maria MOntessori non ne nascono più :|


...oggi come oggi ri-nascono i Licio Gelli...

:shock:
:?

eh già!!! l'erba cattiva non muore mai :!: :!: :shock:

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MessaggioInviato: 19 nov 2008, 23:23 
G2 con doppia cittadinanza
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Iscritto il: 28 giu 2007, 22:16
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Località: provincia di Perugia
cara Pablita, concedi interviste e non dici niente???
(o sono solo io l'ultimo a saperlo?)

Sbabbari, ANDIAMO IN MASSA A COMMENTARE il video su Youtube!!!!! :lol:
[url]
http://www.youtube.com/watch?v=Og8KjKy4nNM[/url]

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MessaggioInviato: 20 nov 2008, 13:17 
Extra terrona
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Località: roma
:P
come già detto sul forum (addetti ai lavori) sono stata incastrata vista l'evidente assenza di volontari. il video mi ingrossa ancora di più e quindi non mi sono neanche risentita :evil:


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MessaggioInviato: 20 nov 2008, 19:48 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
Messaggi: 3014
Località: roma
Ecco cosa ha detto oggi il presidente del consiglio.

Cita:
Berlusconi: "Sì alle classi-ponte, non è discriminazione"
"Non classi separate ma tese all'insegnamento dell'italiano". Touadi: "Proposta vergognosa"



Roma – 20 novembre 2008 - “Non credo che ci sia nessuna discriminazione, ma che sia una cosa logica e doverosa a vantaggio dei bambini e delle maestre”. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi difende le “classi ponte” per gli alunni non italiani, definendole una scelta di “buon senso”.

"L'insufficiente conoscenza della lingua italiana fa si che l'insufficienza dei bambini stranieri sia tripla rispetto a quella italiana. Quindi abbiamo pensato a questa mozione, seguendo tra l'altro l'esempio di altri Paesi, di fare non classi separate ma tese all'insegnamento dell'italiano" ha detto Berlusconi, a Montecitorio per un convegno per la Giornata nazionale dei diritti dell'infanzia.

Le classi-ponte sono previste da una mozione promossa dalla Lega e approvata a metà ottobre alla Camera con i voti della maggioranza. La mozione impegna il governo a prevedere un test di accesso per gli studenti stranieri e a istituire “classi di inserimento” dove finirebbero quanti non superano il test. In queste classi frequenterebbero corsi di italiano, educazione civica e rispetto per morale, religione e cultura italiana.

La sortita del Presidente del Consiglio ha scatenato il fuoco di fila dell’opposizione.
Jean-Leonard Touadi, parlamentare del PD, definisce le classi-ponte "una proposta vergognosa per un Paese civile" e "una misura propagandistica destinata ad attirare l'elettorato della Lega”. “Il Presidente del Consiglio, prima di sponsorizzare questa idea, dovrebbe informarsi sugli effetti perversi che essa avrà in termini di integrazione delle seconde generazioni. Mi ripugna pensare ad una politica che cerca il consenso sulla pelle dei bambini".

"Dal presidente del Consiglio - prosegue Touadi - ci saremmo aspettati che, riguardo al valore dell'immigrazione, si esprimesse con parole almeno vicine a quelle del presidente della Repubblica Napolitano e del presidente della Camera Fini. E invece l'unico progetto di integrazione è una scorciatoia propagandistica. E' ora che Berlusconi dica cosa pensa degli immigrati".

"Almeno in occasione della giornata per i diritti dell'infanzia Il premier Berlusconi si poteva risparmiare l'elogio delle classi ponte, uno strumento che non tutela ma discrimina alcuni bambini nei confronti di altri'' commenta invece Silvana Mura, deputata dell’Italia dei Valori. "Non si può definire in altro modo l'eventuale istituzione di classi separate per i bambini stranieri, separazione che dovrà perdurare fin quando questi bambini non impareranno la lingua italiana. O il premier parla di cose che non conosce, oppure il suo zelo propagandistico non ha remore nel manipolare la realtà".

Plaude invece alle affermazioni del premier il leghista Roberto Cota: " Berlusconi dice la verità. Le classi di inserimento sono una proposta di buon senso che dovrà servire a bambini, ragazzi e insegnati per facilitare il processo di integrazione. Chi dice che sono discriminatorie è prigioniero di una vuota ideologia e non vuole risolvere i problemi". "Anche alla luce di quanto dichiarato dal Presidente Berlusconi - conclude - siamo certi che il Ministro Gelmini darà attuazione alla nostra proposta che esprime la volontà di tutta la maggioranza" .


Fonte: Stranieri in Italia


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MessaggioInviato: 22 nov 2008, 17:21 
G2 Integrato

Iscritto il: 17 apr 2008, 19:06
Messaggi: 593
Località: Bruxelles
Come al solito tra la storiella della vigilanza Rai e le altre boiate della politichetta nostrana, le parole del nostro "premier" evidentemente non sono sembrate abbastanza gravi da suscitare reazioni da parte della nostra "opinione pubblica". ammesso che ce ne sia una. Di fatto anche questa è passata come una normale notizia, niente su cui riflettere o da spiegare alla gente.. si è subito tornati a parlare di altro! :| . Poveri noi. il caimano è tornato.

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Alphius


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