ahimsa, hai ragione su vari punti, ma la realtà sociale é un po' più complessa: 1) "Non mi pare inoltre che l'Italia sia un paese a piena occupazione.", é verissimo, ma nel Nord Italia ci sono regioni o aree dove la piena occupazione é pressoché raggiunta (1-2% di disoccupati si chianma "quota ineliminabile) e guarda caso in alcune di esse c'é una percentuale di immigrati maggiore che nel resto d'Italia; 2) un conto é il tasso di ocupazione generale, un altro quello per settori; ti ibadisco che ci sono settori in cui semèplicemente manca forza lavoro "nazionale" e non si tratta solo di lavori sottopagati (o peggio in nero) come nell'edilizia, in alcune mansioni della ristorazione o pegio nella raccolta del pomodoro; ti faccio aluni esempi: - i Sikh indiani che lavorano alla mungitura delle mucche in Val Padana guadagnano (contratto egolare ed abitazione per sé e la famiglia fornita dal padrone) oltre 2.500 euro mensili; certo si alzano alle 4.00 del mattino ma tutti gli allevatori del Mondo sviluppato lo fanno, però in quelle aree non si rova più chi lo voglia fare; - i mandriani immigrati delle mucche da cui si trae il latte per la Fontina Valdostana guadagnano circa il triplo dei ragazzi dei call centers e il doppio degli operai, ma nessun ragazzo valdostano vuole fare quel lavoro; - gli ospedali italiani assumono infermiere indiane, pakistane, vietnamite, perché nessuna ragazza italiana lo vuole fare; - a Mzara del Vllo (30% di disoccupazione; 55% di disoccupazione giovanile) c'é un Istituto Nautico che dovrebbe formare il personale qualificato per la pesca d'altura; secondo il preside meno del 10% dei diplomati accetta di imbarcarsi, gli altri, o fanno i manovali per la mafia, o lavorano in nero nell'edilizia e nei ristoranti o semplicemente vivono della pensione dei genitori (moltissimi dei quali ex-pescatori) e sulle barche salgono i Tunisini; - d'estate, in Paesi più ricchi dell'Italia, come Germania, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Svezia (e se per questo anche in Trentino e Sudtirol-Alto Adige) gli studenti, anche delle famiglie benestanti, vanno a lavorare come stagionali negli alberghi e poi usano i oro soldi per viaggi, cultura, svaghi, moto, ecc.; nell'industria alberghiera italiana questi casi sono RARISSIMI e lo stagionalato é garantito quasi al 100% da immigrati; - a Caltagirone , capitale siciliana della ceramica artistica, nessun Italiano fa più il biscotto ceramico (lo importano da Faenza, stravolgendo le caratrteristiche dei priodoti finali), attività lucrosissima: l'unico a farlo é un Tunisino; in Sardegna la metà del rame artigianale locale é in effetti fatto...in Cina perché i ramai si stanno estinguendo (ma poi impediamo ai Rom di acquistrare legalmente il rame e fare i ramai...); - il lavoro di fabbrica in siderurgia é durissimo (lo mostra anche il caso Thyssen) e poco pagato, ma nelle fabbriche del tondino di Brescia le assunzioni sono quasi tutte di immigrati perché i figli degli operai italiani preferiscono la disoccupazione a quel lavoro che fecero (in condizioni assai peggiori) i loro padri.
Fra i tanti problemi, c'é stato uno svilimento, un disprezzo insegnato e diffuso verso i lavori manuali, verso il lavoro operaio, verso la pastorizia (in Abruzzo i pastori sono maggioritariamente...Albanesi e Bosniaci), verso l'impiego nel turismo e nella ristorazione ecc. che NON C'E' STATO in Germania e Francia, ad esempio, dove in questi lavori si trovano moltissimi "autoctoni", mentre si sono mitizzati i part-time (precariato)., il "velinismo" (la egione Campania ha fatto corsi professionali per "veline", a Roma ci sono corsi a pagamento per imparare la lap dance...), gli pseudo-lavori on line, le lauree con specializzazioni poco utili, ecc..
Vuoi un esempio che c'entra molto con questo Forum? Fra Roma, Napoli e Venezia circa 2.000 studenti italiani (800 a Roma) frequentano all'Università "Cinese", ma non per prepararsi ad essere mediatori culturali coi migranti, per lavorare nelle aziende, per tradurre la corrispondenza, per gestire import-export, no! Studiano filologia classica, letteratura, la lingua, fanno seminari e tesi ad esempio su "i canti delle tessitrici di seta del XIII secolo" (Roma), non prendono nepure contatto con quartieri pieni di Cinesi come Esquilino, per dialogare, approfondire, capire, apprendere. Poi si laureano (metti che se ne laureano anche solo 100 all'anno: 500 in 5 anni) e mi dici che accidenti di lavoro pretendono di fare? 3-4 ogni 5-10 anni diventano ricercatori, altrettanti giornalisti, e gli altri?
E' solo un esempio del fatto che spesso in Italia esiste una totale NON CORRISPONDENZA fra l'OFFERTA e la DOMANDA di forza lavoro (sto parlando del non precariato, che fa schifo anche a mio parere e non c'entra molto) perché si vive di miti, di mode (ricordi l'"informatica", in un Paese che ha chiuso tutte le sue principali ndustrie del settore?), non di programmazione..
_________________ "nostra patria é il mondo intero, nostra legge la librtà" (Malatesta)
|