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Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" http://www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?f=11&t=3374 |
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Autore: | nimasharmahd [ 23 giu 2011, 13:22 ] |
Oggetto del messaggio: | Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" |
Vi segnalo la recente pubblicazione di un mio breve romanzo autobiografico dal titolo "Un'italiana non italiana" - Gingko Edizioni (i miei genitori sono iraniani e io vivo a Firenze da quando avevo 3 mesi). Si tratta del racconto del viaggio di una ricerca identitaria che vorrebbe essere profonda e "indefinita" ma si trova a cozzare in maniera tragicomica con la richiesta pressante di "definizione" che la burocrazia porta con sè. Per ulteriori informazioni, potete visitare il sito: http://www.gingkoedizioni.it/un-italiana-non-italiana |
Autore: | j@strasmigrante [ 23 giu 2011, 21:55 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" |
Intanto auguri per la buona riuscita dell'opera! Comunque per "segnalare" il tuo romanzo non c'era bisogno di spammare in lungo e in largo su tutto il forum, anche in sezioni che non c'entrano niente con questo argomento! |
Autore: | juana [ 24 giu 2011, 11:12 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" |
ciao Nima, anche io ti faccio gli auguri e mi congratulo con te per il libro, lo leggerò sicuramente e anche presto... spero che tu abbia voglia di condividere qualche riflessione qui sul forum, con noi, dopotutto questo forum non è un romanzo ma sicuramente contiene un pezzo di autobiografia di chiunque abbia scritto anche solo poche righe. tutte storie di peripezie burocratiche e/o identitarie di tutti noi che siamo italiani, non ancora italiani o per culo italiani (diritto di sangue, in realtà non di sangue ma adottivo - i miei genitori sono italiani e io vivo a Milano da quando avevo 2 anni). credo che se continuasse il progetto librerie a milano sarebbe bello anche conoscerci di persona. |
Autore: | nimasharmahd [ 03 lug 2011, 13:31 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" |
Grazie per gli auguri!! Spero che ci incontreremo da qualche parte nell'universo, comunque per il momento mi piace anche solo condividere un po' di pensieri su questo forum. Ho segnalato la pubblicazione del libro perchè credo che la narrazione possa essere un buon modo per uscire da quel "doversi definire per forza" che (a volte anche in maniera "dolcemente violenta") scuola, famiglia, società sembrano portare con sè. Be omid e didar! Nima |
Autore: | neuealt [ 30 gen 2012, 21:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" |
Non capisco questa ansia da nazionalita. Non capisco gli italiani che ne parlano e capisco ancora meno gli stranieri che la pretendono. La nazionalita è qualcosa che si ha dentro.non è una questione di comodo. Non si è italiani perche si nasce in Italia,quello che conta sono i genitori. I figli di stranieri nati in Italia,hanno la nazionalita dei loro genitori,poi realmente non capisco,ognuno deve avere un certo orgoglio interiore di appartenenza,io fossi nato in Australia o non so dove avrei sempre voluto è amato la cittadinanza dei miei genitori e dei miei avi,perche poi alla fine sono la somma dei miei genitori e dei miei avi. Credo che gli stranieri vogliono la nazionalita solo per una questione di comodo, probabilmente perche in genere provengono da paesi poveri e quindi fa comodo essere italiani o europei. Una coppia americana che viene in Italia per lavoro e mette al mondo un figlio in Italia non si sogna di dargli la cittadinanza italiana, invece qualcuno dall'africa o dall'Asia ha questo interesse. Stranieri abbiate l'orgoglio del vostro sangue. Non siete italiani. |
Autore: | Angela [ 23 feb 2012, 13:46 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Romanzo autobiografico di una G2: "Un'italiana non italiana" |
@Neuealt. Prima di tutto, chi sei tu per dire di chi, di che cosa, di come e in che modo dobbiamo sentirci fieri. Esempio assurdo: Kirsten Dunst, attrice americana, chiede e ottiene la cittadinanza tedesca. Non ne avrebbe bisogno secondo il tuo ragionamento: è ricca, è americana? Eppure lei l'ha voluto fare lo stesso, non per questo è meno americana o non abbastanza tedesca. Altro esempio assurdo Carla Bruni pur con un nome italianissimo, pur essendo nata in Italia, pur avendo avi ''italianissimi'', si sente più francese, allora come la mettiamo? Gissele Bündchen, nome molto tedesco, avi molto tedeschi, tratti somatici molto nordici, eppure non conosce il tedesco, nata e cresciuta in Brasile, si sente più brasiliana che tedesca, è forse meno brasiliana per questo? Oppure se una persona appartiene ad una famiglia con più origini straniere? Magari nato in Australia da madre tedesca e padre italiano? Che dovrebbe fare sentirsi più di un posto che di un altro? Parlare solo una lingua o avere solo una cittadinanza? Non sei tu a doverlo dire, ciascuna persona deve poter scegliere il suo percorso e capire e riflettere su queste cose a modo suo e nel modo in cui riesca a trovare più serenità e a sentirsi in pace con se stesso. Tu non puoi venire qui e presumere di sapere e dire quali siano i modi giusti di sentirsi appartenenti a un certo popolo o nazione e come ognuno di noi dovrebbe crearsi la propria identità. Trovo le tue considerazioni alquanto superficiali e arroganti. Il concetto di identità riguarda l'individuo, e di come egli considera e costruisce se stesso come membro di determinati gruppi sociali: nazione, classe sociale, livello culturale, etnia, genere, professione, e così via; e, per l'altro, il modo in cui le norme di quei gruppi consentono a questo individuo di pensarsi, muoversi, collocarsi e relazionarsi rispetto a sé stesso, agli altri, al gruppo a cui afferisce ed ai gruppi esterni. Certo, se è un argomento che non ti tocca in prima persona, non puoi capirlo. Ma almeno sforzati di capirlo e vedrai che così ti libererai di tanti preconcetti e chiusure mentali. Almeno questo puoi farlo, invece di venire qui e puntare il dito e pretendere di saperci indicare quale è la strada ''giusta'' che tutti dovremmo seguire!!!! *** Una persona non può costruire la propria identità e quindi la propria appartenenza culturale, etnica, religiosa, ecc, solo in base al ''passato'' e all'appartenenza dei propri ''avi''.*** Seguendo questo ragionamento tutte le persone di origine italiana, i cui avi sono andati all'estero, si sono riprodotti, hanno avuto una prole, non dovrebbero sentirsi e non SONO veramente americani, canadesi, australiani, tedeschi, francesi, inglesi, scozzesi,argentini, brasiliani, messicani, etc, e di qualunque altra nazionalità dove i suoi avi siano andati per trovare una vita migliore, benchè abbiano un cognome italiano, parlino solo la lingua del paese in cui sono nati o cresciuti, e quindi non sappiano l'italiano, siano cresciuti con altre tradizioni e costumi, ai tuoi occhi tutte queste persone sono solo ITALIANE, perchè così lo erano i loro "avi"? Una volta ho conosciuto una ragazza del Brasile che aveva un lontano parente italiano, grazie al quale ha acquisito la cittadinanza italiana, venuta qui, non le piaciuta l'Italia e se ne andata a vivere in Inghilterra, per poi tornare di nuovo in Brasile. Aveva un cognome italianissimo, ma si sentiva più brasiliana che italiana. Bah... E poi fino a prova contraria, nel sangue non c'è scritta la storia di una persona, il suo colore è uguale per tutti, cambia solo il tipo. Ma che discorsi sono. La nazionalità, fino a prova contraria non può essere tramandata, insegnata o tramessa geneticamente! Poi se si scoprirà che c'è un determinato gene che ti fa diventare italiano, canadese o cinese, mi rimangerò tutto, ma per adesso l'unico modo per trasmettere una cultura, lingua è solo l'apprendimento, e se uno apprende ed è circondato da quella cultura, lingua, etc, non vedo perchè non dovrebbe sentirsi parte di essa. E poi in base a che cosa tu definisci una persona italiana da non italiana? |
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