Forum della Rete G2 – Seconde Generazioni

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MessaggioInviato: 06 mag 2011, 16:46 
Extra terrona
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Sul magazine Terre di mezzo di questo mese, rubrica Made in Italy, uscirà il seguente articolo che riguarda l'ultima iniziativa pubblica della rete G2:
"Promessi sposi d'Italia. Questo matrimonio s'ha da fare". Sono state intervistate alcune delle partecipanti all'evento, in particolare le più disposte a cimentarsi sugli autori italiani più amati (ebbene sì qualcuna li ama davvero :D ).

Cita:

Gli scrittori italiani possono rappresentare un tesoro importante per i figli dell'immigrazione, affezionati ad una lingua che imparano sui banchi di scuola e che vedono mutare nel corso del tempo, di autore in autore. Ma cosa leggono i giovani cittadini e riescono ad apprezzare alcuni autori italiani, a cominciare da uno dei “tormenti” di tutti gli alunni, i Promessi sposi di Alessandro Manzoni? Il libro nell'anniversario dei 150 anni d'Unità d'Italia è stato protagonista di un evento organizzato nella capitale da Save the children e da G2, rete di figli di immigrati che hanno letto in pubblico alcuni brani del testo più rappresentativo dell'unificazione, sommati alle rivendicazioni per il riconoscimento della cittadinanza agli “italiani di fatto”. In realtà la maggioranza dei partecipanti all'iniziativa dimostra l'evidente normalità di alunni o ex alunni nel dichiarare che il libro “è sì un simbolo del Paese dove siamo cresciuti però non è proprio il numero uno della classifica dei titoli preferiti” e che, sinceramente parlando, “è un po' noioso a leggerlo tutto anche se la trama è forte”. Ma qualche appassionato dell'autore milanese si trova anche tra loro, “attraverso le parole riesce a rendere le atmosfere, se si legge ad alta voce – dice Gioia Kidane Mariam di Vercelli, imprenditrice pasticcera – suscita le emozioni che sta descrivendo. E' come una sinfonia e a me piace tantissimo!”. Oppure Jasmine Mohsin, studentessa di un liceo scientifico romano e baciata dalla fortuna di avere un'ottima insegnante di letteratura italiana: per lei è più facile immedesimarsi nella storia dei promessi Renzo e Lucia “perché personaggi della massa ma protagonisi di avvenimenti storici, ingiustizie e sogni”. Anche se “un libro che io consiglierei molto ad altri figli di immigrati è “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, tutto incentrato sul tema del doppio – aggiunge la studentessa -. Il doppio che è in ognuno di noi, la maschera che portiamo ma anche le diverse identità che troviamo. Leggendolo ho visto me stessa, l'identità tanto cercata”. “Invece uno dei miei preferiti è Italo Calvino – aggiunge Gioia – mi piace il suo uso della lingua, come con semplicità riesca a creare atmosfere piene, toccanti e liriche, senza mai diventare retorico o andando a cercare termini desueti o altisonanti. E' semplice, bellissimo, ma allo stesso tempo elegante e sofisticato”. Anche il cuore della scrittrice Igiaba Scego, seconda generazione nata in Italia e non grande sostenitrice del Manzoni, batte per Calvino “così come per Italo Svevo che testimonia l'incertezza che vivevano i triestini, in una città che era Italia, ma anche altrove, luogo di confine e di incontro. Ci si accorge fin dalle prime pagine di "La coscienza di Zeno" che la lingua è particolare, strana per l'epoca – spiega l'autrice -. Venne accusato di scrivere male solo perché non usava quel "toscano" che sentiva lontano come una lingua straniera. Nel suo italiano c'è il dialetto triestino, il tedesco, il francese, e anche un po' di inglese, nonché venature di lingue slave . Questa vocazione plurilingue me lo fa sentire vicinissimo, come figlia di migranti anch'io vivo tra più lingue”.





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MessaggioInviato: 06 mag 2011, 17:06 
Extra terrona
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Iscritto il: 03 lug 2006, 13:44
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Inoltre ci tengo a riportare qui parti dell'intervista fatta a Jasmine perché tra le sue risposte si trovano spunti interessanti per approfondire un dibattito culturale che può interessare anche altri nel forum fondato dalla rete G2.

Ringrazio Jasmine :)
Mi ha fatto piacere rinfrescare la memoria e trovare qualcosa che magari mi era sfuggito quando andavo al liceo (riconosco che ero la solita "è intelligente ma si potrebbe applicare di più" della serie "se studiasse..." :D ), grazie agli occhi di un'appassionata lettrice di oggi.

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1) Perché secondo te I promessi sposi rappresentano un testo importante da leggere e studiare con cura? Cosa possono o dovrebbero comunque rappresentare per i giovani di origine straniera? Si tratta di una lingua italiana accessibile e da portare a memoria per tutti, a cominciare dai figli di immigrati che crescono nel Belpaese?

Per secoli la cultura italiana, soprattutto quella letteraria, ha rappresentato il fondamento dell'identità nazionale in contrapposizione alla frantumazione storica e politica della penisola. La nostra tradizione unitaria si è costruita infatti su un piano ideale,alternativo a quello storico, appellandosi a un insieme coerente di testi che da "La Divina Commedia" di Dante giunge almeno fino ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Il suo contributo è stato di primaria importanza per la creazione di una lingua usata all'interno dei Promessi Sposi che ancora non esisteva: l'italiano. Una lingua che era soprattutto di comunicazione intermedia tra l'elevatezza retorico-lessicale della tradizione e il mimetismo del vernacolo (in parole parole, il dialetto). Un esempio lo troviamo proprio all'inizio nelle parole di Don Abbondio: "Cioè...cioè.Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende. Il povero curato non c'entra: fanno i loro pasticci tra loro, e poi...e poi vengon da noi" (capitolo 1).Inoltre, la sua genialità lo porta a scegliere come protagonisti del romanzo due semplici popolani (per la prima volta) che fino a quel tempo erano stati protagonisti solo di vicende comiche o grottesche e non di un genere così alto come il romanzo. Manzoni riesce a dare voce alle masse anonime e senza voce,raccontate con intensa serietà.
Nelle vicende di Renzo e Lucia, c'è la serietà tragica della vita, con le sue ingiustizie, le sue disgrazie unite sicuramente ai loro sogni e alle loro aspettative.Davvero, una scelta rivoluzionaria la sua: dare voce a chi davvero ha da parlare, il popolo.

Per i giovani di orgine straniera ma io direi anche per quelli non "di origine straniera" non possiamo fare altro che leggere uno dei tanti testi fondanti della letteratura italiana. La nostra identità è proprio su questi libri: La Divina Commedia, I Promessi Sposi, Il Decameron, I Malavoglia...e potrei stare le ore qui a citarne tanti altri. Si tratta sicuramente di una lingua accessibile a tutti, a maggior ragione, proprio per quelli che sono figli di immigrati per conoscere parte di se stessi che assieme ad altre culture, rendono ancora più ricca la loro (la mia) cultura, già ricca di per suo perchè "più vasta". Un arricchimento personale che ci permette di avere un criterio di valutazione più globale, per guardare il mondo meglio.


2) Ci sono altri testi di narratori italiani, oltre ai Promessi Sposi a cui ti senti legata come "italiana di fatto" e che possono essere rappresentativi di un Paese al quale tieni? Quali e perché? Faresti una tua classifica personale? Tra i tuoi amici di origine straniera vedi attenzione per alcuni autori italiani?

Dante Alighieri, mi fa sentire orgogliosa del mio paese. Più leggo "La Divina Commedia" e più rimango stupefatta della sua genialità. Sì, sicuramente si studia anche in altri paesi ma il privilegio di studiarlo nella lingua originale (volgare toscano) è di un valore inestimabile. Interamente scritto in terzine e di una forza iconica invidiabile. Le immagini,i colori, i suoni sono tutti fondamentali per la compresione di un pietra miliare della letteratura italiana. Altri scrittori italiani di grande importanza sono: Ludovico Ariosto (L'orlando furioso),Giovanni Verga (I Malavoglia),Luigi Pirandello (Il fu Mattia Pascal).Tutti e tre sono fondamentali perchè ripredono dei topos letterari: la morte, il doppio, l'amore, il tempo,la vita. Il "trio" anche se attraversa più secoli, rappresenta sempre un punto di snodo nella letteratura. Sono i veri fotografi del tempo che scorre, del pensiero di questo paese.Prendendo in esame i valori e soprattutto la crisi di questi valori.
Tra i miei amici di orgine straniera vedo una grande attenzione verso:Dante,Petrarca, Giacomo Leopardi. Per citarne alcuni moderni: Italo Calvino, Luigi Pirandello, D'Annunzio.Vi sono tutti i sentimenti tratteggiati del uomo moderno del 900. Si parla proprio del ripegamento dell'intellettuale, che ha perso un ruolo di tipo ideologico e morale. Pertanto si parla proprio di una frammentazione dell'Io, che si protrae fino ai giorni nostri.
Ecco qui :) Spero tanto che le mie informazioni ti siano utili. Ho cercato di allungare dove possibile per dare una spiegazione più ampia di quello che ho letto tra i banchi di scuola (in un liceo scientifico).

3) Secondo te il fatto che I promessi sposi siano interpretati da due "popolani" può rendere il testo più accessibile ai ragazzi e magari anche alle seconde generazioni?

La risposta alla prima domanda concerneca il fatto di riconoscersi nei personaggi di Renzo e Lucia come personaggi della "massa", nonchè protagonisi di avvenimenti storici,ingiustizie e sogni. Proprio perchè i protagonisti de "I Promessi Sposi" appartengono al classico "volgo" è più facile vedersi immedisimato nella loro storia.


4) Ci sono dei valori di questo Paese che secondo te sono trasmissibili alle seconde generazioni attraverso degli scrittori in particolare? Pensavo ad esempio il valore dell'immaginazione per me legato innazitutto alle mie prime lettura di Calvino. Oppure il fondamento di un Paese i cui membri dovrebbero ricordare e nono perpetrare mai lo sterminio di altri (come nel caso di "Se questo è un uomo" di Levi). Insomma valori che i notri ragazzi dovrebbero conoscere e condividere. Che ne pensi? Ci sono terti così da consigliare ad altri figli di immigrati, quali testi e perché?

Ci sono tanti valori di questo paese che sono trasmissibili alle seconde generazioni: partendo dagli autori latini. I valori di cui parla Manzoni sono quelli morali,quelli cattolici da ben distinguere dai valori laici come quelli dei romani. Tanto per citarne alcuni: la partecipazione alla vita pubblica,servire la propria patria in nome nella patria. La "res publica" prima di qualsiasi altra cosa. Questi due sono valori da condividere soprattutto da noi giovani che siamo il futuro di questo paese. L'immaginazione non è un valore ma è una facoltà che è insita in ognuno di noi ma che va diligentemente coltivata. ;)
Un libro che io consiglierei molto è "Il Fu Mattia Pascal", tutto incentrato sul tema del doppio. Il doppio che è in ognuno di noi, la maschera che portiamo ma anche le diverse identità che per esempio noi seconde generazioni troviamo. Io personalmente leggendo questo libro ho trovato me stessa, ovvero l'identità tanto cercata. Se per questo potrei citare anche "Dr.Jekyll e Mr.Hyde" di Stevenson anche lì il tema del doppio: il bene e il male nell'uomo. Per capire noi stessi proprio cosa siamo cercando di rispondere alle grande domande esistenziali: In cosa possiamo credere? In cosa possiamo sperare? Perchè siamo qui? Cos'è l'uomo? (L'ultima racchiude un pò tutto quanto.)


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