Carissimi ce l'ho fatta....dopo mille peripezie, mal di pancia, lotta contro il mio precariato (ho scritto il romanzo sempre durante la notte...fonda). Oltre Babilonia è nato
)), per questo sono un po' scomparsa negli ultimi mesi....ero immersa fino al collo dalle bozze. Ho messo la rete nei ringraziamenti
.
Non vedo l'ora di sapere da voi cosa ne pensate.
Igiaba Scego
OLTRE BABILONIA
Donzelli editore
meledonzelli
pag. 463, € 17,50
isbn 978-88-6036-262-9
Zuhra vive a Roma, fa la commessa in una grande libreria e parla romanesco. Ma la lingua a tratti s’inceppa, perché la sua radice è somala, e la sua pelle è nera. Anche Mar è romana e nera, di madre argentina e padre somalo. Non si conoscono, ma entrambe partono per Tunisi a imparare l’arabo, lingua delle origini. Si avvia così una storia vorticosa in cui si mescolano linguaggi, epoche, suggestioni di tre paesi, Italia, Somalia e Argentina. Dalla Roma multietnica di oggi alla Buoenos Aires anni settanta; dalla Mogadiscio tumultuosa degli ultimi vent’anni a quella dell’epoca coloniale e dell’indipendenza. A dipanarsi in questi luoghi è il filo del racconto che passa di bocca in bocca: da Zuhra a Mar, da Maryam a Mirando - le loro madri - e a Elias, il padre di cui niente sanno e che le ha rese a loro insaputa sorelle. Un coro di voci che pagina dopo pagina ci fa avidi di scoprire se Zhura ritroverà i colori che non vede più da quando era bambina, se Maryam riuscirà a incidere su quel vecchio registratore le gioie e i rimpianti del suo amore perduto, se Elias saprà spiegare la sua smania di infondere l’Africa nelle stoffe e negli abiti che ne fanno uno stilista di grido. Poi Howa, Bushra, Majid, la Flaca e i cento personaggi che popolano questa Babilonia del terzo millennio.
il libro (brano epigolo)
[i]Mamma mi parla nella nostra lingua madre. Spumosa, scostante, ardita. Nella sua bocca il somalo diventa miele. Ma io, come la parlo questa nostra lingua madre? Io, Zhura figlia di Maryam, incespico nel mio alfabeto confuso. Le mie parole puzzano di strade asfaltate, cemento e periferia. Però mi sforzo lo stesso di parlare con lei quella lingua che ci unisce. In somalo ho trovato il conforto del suo utero, in somalo ho sentito le ninnananne che mi ha cantato, in somalo ho fatto i primi sogni. Ma poi, in ogni discorso, parola, sospiro, fa capolino l’altra madre.[/i]
l’autrice è nata a Roma nel 1974. Papà Ali e mamma Kadija, venuti in Italia a seguito del colpo di stato di Siad Barre, le hanno trasmesso il gusto del racconto. Collabora con Il manifesto, Internazionale, Lo Straniero e Nigrizia, ama il Don Chisciotte, i vecchi film in bianco e nero, Italo Calvino e la stella immensa della bandiera somala. Ha pubblicato il libro per ragazzi La nomade che amava Alfred Hitchcock (Sinnos), il romanzo Rhoda (Sinnos), oltre a diversi racconti apparsi in antologie a più mani.